“Le Buone Stelle – Broker”, mercante di sentimenti dalla Corea

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Di Federica De Candia

Una scatola e il tepore di una copertina calda. Arriva dalla Corea il film drammatico con la storia delle ‘baby box’. Un amaro mercato di ‘amore a peso d’oro’, che parte dall’abbandono in quello strano contenitore quadrato, in cui venivano lasciati in modo anonimo i bambini, quando uno o entrambi i genitori non potevano tenerli. Ma c’è lui, “il broker di buone azioni”, così si vuole far chiamare. È sottile la differenza tra Broker e mercenario. Dove le stelle stanno a guardare, e a volte cullano.. “Le Buone Stelle – Broker” al cinema dal 13 Ottobre.

Broker di amore

Le Buone Stelle – Broker“, Trailer Italiano da YouTube

Un film del 2022 scritto, diretto e montato da Hirokazu Kore’eda, gia vincitore a Cannes della Palma d’Oro con lo splendido “Un affare di famiglia“. Che al “75º Festival di Cannes“, ha presentato “Le Buone Stelle – Broker“, dove il protagonista Song Kang-ho ha vinto il premio come miglior attore. È una giornata piovosa quando la madre So-young, lascia il neonato in una asiatica ‘ruota degli esposti’. La stessa che era nelle chiese italiane ad accogliere i bambini abbandonati. Due uomini trovano il piccolo, ma sono in realtà trafficanti di bambini. ‘Mediatori dalla buona volontà, o ‘commercianti di anime’, che lo prendono con loro. Ma la madre biologica pentita del gesto, torna per riprenderlo. E trova i due strateghi di un fiorente mercato nero di orfani, con i quali si mette in viaggio in una surreale ricerca di due genitori ideali. Che possano ‘comprare’ suo figlio e garantirgli così una vita migliore. 

Sarà il viaggio on the road, a far diventare, un po’ per caso, il gruppo una vera famiglia per il pargolo. Il dramma sembra accompagnarsi all’umorismo. Ma tutti ignorano che due poliziotte sono sulle loro tracce, pronte a coglierli sul fatto. Le musiche nel film sono litanie che seguono la pazienza messa nei gesti; l’infinita calma che sembra non portare mai alla fine dell’azione. Ma non bisogna confondere la naturalezza, la semplicità delle scene con assenza di contenuti. Le tematiche riguardanti la famiglia sono le preferite dal regista coreano. Nel suo film precedente “Nobody Knows” c’erano ben quattro bambini abbandonati dalla madre; in “Le Buone Stelle – Broker” invece i legami familiari si recidono fin dalla culla. La famosa ‘baby box’ al centro della storia, apparse per la prima volta a Seoul nel 2009 su iniziativa di un pastore della chiesa di Joosarang.

La vera storia della baby box

Per anni, il governo coreano ha chiesto la rimozione di questa scatola, fonte di controversie. Accusando il religioso di favoreggiamento dell’abbandono di neonati. All’apertura della botola scatta una campana all’interno della chiesa. E il Reverendo si è sempre rifiutato di installare telecamere di sicurezza e di cancellare le impronte digitali lasciate sull’apparecchio, per impedire che i genitori vengano riconosciuti e puniti.

In Broker c’è una frase – ‘Grazie per essere venuto al mondo’ – che vuole essere un modo per dare alle persone un appoggio. Nel momento in cui ho iniziato la preparazione del film ho avuto modo di parlare con bambini e persone abbandonati. Quello che spesso mi hanno ripetuto è stato: ‘Chissà se è stato bene il fatto che io sia nato…’. Per loro, ancor prima del fatto di essere infelici, era più pesante il peso della responsabilità del pensare che venendo al mondo hanno reso le vite delle madri sfortunate. Secondo me non c’è niente di più duro che affrontare la propria nascita in modo non affermativo. Non ritengo si tratti di una responsabilità da parte della madre ma della società. Nel momento in cui una madre, per qualsiasi ragione, fa quella scelta la società dovrebbe intervenire e svolgere quel ruolo al suo posto in modo che nessuno cresca con quel tipo di insicurezza”. Questa è l’intervista rilasciata da Hirokazu Kore’Eda, che ha ricevuto durante ‘Venezia 79‘ il “Premio Robert Bresson“: l’unico riconoscimento al mondo che la Chiesa Cattolica conferisce a un regista.

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