Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Per realizzare quest’ultima puntata natalizia ci siamo ispirati ad una leggenda di natale sulle campane. Abbiamo preso spunto anche dalla tradizione napoletana del presepe e dei suoi personaggi.
Mancavano 2 giorni a Natale. C’era così tanta folla in città che non era rimasta nemmeno una camera. Per questo ebbe la scusa di mandare via una coppia gli si era presentata all’albergo all’ultima ora nonostante lei fosse gravida ed entrambi apparissero poveri e bisognosi. Antonio Bacco era conosciuto per i suoi modi bruschi e per essere considerato un diavolo che non guardava in faccia a nessuno. Eppure Antonio aveva conosciuto un grande periodo di gioia. Le campane della festa però avevano smesso di suonare quando un male terribile si era portato via suo figlio.
Il suono delle campane
Antonio nonostante mancasse poco a Natale continuò freddamente a lavorare come era consuetudine dopo la terribile tragedia. Era diretto come sempre a controllare la partita di vini per il cenone quando un suono dalla cantina richiamò la sua attenzione. Ad Antonio sembrò a prima vista di due udire il suono di due campane. Stava per accendere la luce e controllare quando una voce lo spaventò. “Papà sei venuto a prendermi ”, sentì . Antonio ripensò al figlio e corse via di sopra cercando di non attirare l’attenzione di nessuno.
La mattina seguente Antonio si fece coraggio pensando che quello di ieri sera fosse stato un breve momento di debolezza e di stanchezza . Per questo decise di scendere nuovamente a controllare prima che arrivasse il personale. Era la vigilia di Natale e ad aveva necessariamente bisogno che fosse tutto apposto per la sera. Di nuovo quel rumore di campane ed una voce che diceva: “Papà, mamma, siete voi dove siete finiti”. “Giulio”, provò a dire Antonio richiamando il figlio. Nessuna risposta ma solo di nuovo paura ed una corsa ai piani superiori. Non disse nulla a nessuno per non essere preso per pazzo ma continuò lavorare come se nulla fosse.
Il bimbo cieco
Antonio si raccomandò per il momento che nessuno scendesse in cantina nonostante gli si chiedesse continuamente del vino per il cenone. Poi mentre giungevano già i primi ospiti dietro le insistenze dello chef decise di scendere di nuovo. Ancora un tintinnio di campane poi la voce che lo chiamava. Antonio Stavolta si fece coraggio e perlustrò la cantina finchè dietro a degli scatoloni non trovò la verita. Si trattava effettivamente di un bambino che a prima vista sembrava evidentemente cieco che aveva un braccialetto con due piccoli sonagli. Antonio dagli abiti del bambino rammendati alla meno peggio capi che si trattava di un figlio della coppia venuta qualche giorno prima
Arrabbiato trascinò il piccolo via nel suo ufficio. Gli guardò nelle tasche temendo che avesse rubato qualcosa ma trovò solo un piccolo scontrino di una farmacia. Antonio si calmò ed aiutò a prendere il piccolo un po’ di latte caldo notandolo infreddolito. “Papà” continuò a chiamare. Antonio nella mente rivide il figlio perso, la malattia incurabile e i sonagli che gli piaceva suonare. Pianse riprovando una sensazione che credeva perduta poi prese il piccolo e si diresse all’indirizzo della farmacia ritrovata sullo scontrino quando ormai era tarda sera.
Epilogo
Per fortuna la farmacia era di turno e disse che un uomo con dei sognagli simili al bambino era uscito pochi secondi prima con delle aspirine. Antonio usciì fuori con il piccolo ma non incrociò nessuno che gli ricordasse i tali di due giorni prima. Poi il bambino disse “Papà” correndo nel vicolo alle loro spalle. Di nuovo il suono dei sonagli che si faceva più forte finchè non arrivarono ad un sottoscala abbandonato.
Qui Antonio rivide la coppia che aveva scacciato dall’albergo due giorni prima con un bambino avvolto in fasce accanto ad un fuoco e il piccolo cieco che li abbracciava. Antonio si senti chiamare nuovamente papà dal bimbo cieco. In quel momento gli sembrò veramente di vedere Giulio mentre il suono dei rintocchi di una campana lontana gli ricordava l‘inizio del Natale. Antonio in quell’istante aveva ricominciato ad amare.
Stefano Delle Cave