Dopo la Uno Editori, è il turno della Macro. La casa editrice con sede Cesena, ritira la sua partecipazione al Salone del libro. “Il Green Pass è discriminante, non parteciperemo”, annuncia la casa editrice romagnola.
Il gruppo editoriale fondato da Giorgio Gustavo Rosso, ha deciso di non partecipare alla Sala di Bologna e all’evento internazionale del Salone del libro di Torino a causa dell’obbligo di esibire la carta verde, che la casa editrice reputa “discriminante e anticostituzionale”. A dichiararlo, facendosi portavoce del gruppo editoriale, è Francesco Angelo Rosso, figlio del fondatore e membro del Cda. Rosso si è più volte espresso contrario alle vaccinazioni e lo scorso novembre aveva persino organizzato un raduno nei boschi di Verghereto per manifestare contro le disposizioni anti-Covid.
Il Green Pass “discriminante, la libertà è sacra”
La casa editrice si unisce, dunque, all’atto di protesta avviato dai colleghi della Uno Editori. Il gruppo editoriale torinese aveva dichiarato tramite le sue pagine Facebook: “La vita inizia dove finisce la #paura, no al Green Pass, la libertà è sacra!“. E ancora: “Questo è il tempo del coraggio, delle scelte difficili, scomode, non comprese osteggiate dalle masse…ma necessarie. La vita non si fonda sulla parola, spesso effimera e danneggiata di sistemi di pensiero appesantiti da secoli di condizionamenti sociali ma sull’azione consapevole che nasce da una visione utopistica del mondo e della collettività”.
Il motivo che spinge le case editrici a rinunciare agli incassi dei 5 giorni di fiera, è la mancanza di libertà di scelta. Essi si dichiarano non disposti a rinunciare al diritto inviolabile che è venuto meno, a detta loro, con l’introduzione dell’obbligo di Green Pass. Rinunciano quindi ai loro spazi espositivi e con essi ai posti di lavoro per le persone che gestiscono gli stand.
Arianna Panieri
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