Arriva al Torino Film Festival, Le Choc du Futur il primo lungometraggio di Marc Collins, artista francese principalmente conosciuto come musicista e fondatore del gruppo Nouvelle Vague.

Le parole e la voce umana , in questo film, sono superflui. A parlare è la musica, la musica elettronica per essere più precisi. La musica elettronica di tantissime donne gettate nel dimenticatoio.

Ana (Alma Jodorowsky) è una giovane musicista alle prese con il suo singolo d’esordio. In un appartamento parigino lasciatole in prestito da un amico partito per gli Stati Uniti, a fine anni Settanta, Ana cerca di trovare ritmo e melodia perfetti. Con un enorme sintetizzatore da un lato e un gigantesco poster di Numero Deux di Godard , Ana tenta di sintonizzarsi con le pulsioni e le intuizioni musicali che stimolano la sua produttività. Ana , si lascia completamente fagocitare da una musica decisamente troppo avanguardista per l’epoca. Dura lex, sed lex del rock’n’roll.

Le choc du futur PhotoCredit: dal web
Le choc du futur PhotoCredit: dal web

Non conta quante volte cadi” gli rimprovera l’amico “ma quante volte ti rialzi”, frase discutibile, ma perfettamente in linea con la storia narrata. Non bisogna mai perdersi d’animo, e su questo siam tutti d’accordo, è anche vero, però, che non si vive di soli sogni. Al film manca qualcosa. Si alterna fra intuizioni geniali, e battute scontate e ripetitive.

Il problema, in effetti, di questo film è proprio concentrato nelle poche, rarissime battute che si scambiano i personaggi: scontate, banali, sentite e risentite. Forse un modo per rimarcare l’inadeguatezza della protagonista di vivere in un mondo codificato solo dal linguaggio verbale e non musicale? Forse.

Sicuramente un film da vedere, se non altro per la fase di imbastitura di una bellissima colonna sonora che accompagna Ana nel suo lunghissimo viaggio fatto di salite e di cadute, di sconfitte e di vittorie.

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