Cultura

Le donne del Gruppo 70: tra arte e femminismo

Il Gruppo 70 nasce a Firenze nel 1963. Artisti e letterati erano alla ricerca di una nuova forma espressiva d’avanguardia interdisciplinare e socialmente impegnata.

I fondatori del Gruppo 70 sono Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Luciano Ori e Lucia Marcucci. Successivamente ne hanno fatto parte nomi importanti tra cui Gillo Dorfles, Umberto Eco e Ketty La Rocca. 

Alcuni membri del Gruppo 70. Al centro Lucia Marcucci.
(Foto dal web)

Gli artisti del Gruppo 70 si occupano principalmente del rapporto tra arte e linguaggio, portando avanti lo studio della semiologia in ambito artistico. Attraverso la loro “poesia visiva”, nella quale si mescolano parole e immagini, creano un mondo ironico di controinformazione estremamente critico nei confronti dei nuovi massmedia che si andavano rafforzando. Gli anni ’60 sono infatti quelli del Boom economico italiano. Cambiano i consumi e il paese si apre ad una massificazione sempre più netta della società.

Ketty La Rocca, Segnaletiche (io tu e le rose), 1967.
(foto dell’autore)

Specialmente è Il ruolo della donna a cambiare visibilmente. Se da una parte essa è intesa come la consumatrice per eccellenza dall’altra, si impone come una nuova protagonista della vita sociale e culturale del Paese. I consumi che crescono sono specialmente quelli che riguardano la casa (ancora luogo specificatamente della donna), come gli elettrodomestici e i nuovi mobili funzionali che entrano a far parte della quotidianità di uno strato più ampio della società.

Pubblicità della lavatrice marca San Giorgio del 1963.
Fa riflettere come il corpo della donna sia assimilato completamente al nuovo oggetto di consumo di massa. La lavatrice si sovrappone al corpo della donna che ancora detiene come caratteristica principale quella di essere la donna di casa. La femmina è la lavandaia (“la donna lavatrice”), la cuoca (“la donna forno”) e così via…
(foto dal web)

Lucia Marcucci (Firenze, 29 luglio 1933) e Ketty La Rocca (La Spezia, 14 luglio 1938 – Firenze, 7 febbraio 1976) le due artiste del Gruppo 70, si sono impegnate attraverso le loro opere di poesia visiva a creare una nuova riflessione sul mondo femminile in linea con le istanze femministe di quegli anni.

Marcucci Lucia, Punto, (1965) – Collage su masonite, Galleria Pananti Casa d’Aste

(foto dal web)

In particolare, i collage delle due artiste evidenziano in maniera esemplare il lavoro di scardinamento dei pregiudizi e degli stereotipi sulla figura femminile di cui gronda la società di massa. La quale non sa far altro che evocare un solo tipo di donna che deve rientrare perfettamente nei margini delle copertine patinate.

Ketty La Rocca, Mini relax, (1965), Collage su carta.
(foto dal web)

Le immagini e le parole ritagliate dalle riviste del tempo e utilizzate nelle loro opere dalla Marcucci e dalla La Rocca hanno un’assonanza incredibile con quelle che troviamo quotidianamente nei giornali e nelle riviste che acquistiamo.

Ketty La Rocca, Trazione anteriore, (1965), Mart.
(foto dal web)

Sono passati cinquant’anni dagli esordi di Rivolta Femminile e dalle contestazioni del 1968 ma i messaggi dai quali veniamo bombardati ogni giorno sono ancora gli stessi. Sebbene su qualche rivista ci siano articoli su donne manager o modelle curvy, sono sempre un’eccezione in quel sistema di perfezione e vacuità che viene proposto tra un articolo “sul miglior metodo per depilarsi” o su “come accalappiarsi il partito perfetto” o meglio ancora su “come depilarsi per accalappiare il partito perfetto”.

Ketty La Rocca, Diario della donna che lavora, (1964-65), Mart – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
(foto dal web)

La donna nei massmedia è ancora per la maggior parte un oggetto passivo di proprietà del patriarcato. Per questo é importante ricordare il lavoro di queste due grandi artiste italiane che ancora oggi ci riporta, con ironia e intelligenza, alla consapevolezza dell’essere donna con tutte le contraddizioni che comporta nella nostra società. E affermano, come un famoso insegnamento Buddista, che: “il saggio non è colui che prescinde dalle questioni mondane, ma chi comprende perfettamente i principi che governano il mondo.”

Martina Antonini

 

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