Le Idi di Marzo, una storica data diventata celebra nel calendario romano per l’assassinio di Giulio Cesare. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, il fatidico evento che cambiò per sempre la storia romana.

Le Idi di Marzo, Giulio Cesare e la data divenuta celebre nella storia romana

Quella delle Idi di Marzo, e il conseguente assassinio di Giulio Cesare, è una data talmente celebre da divenire corrente nel linguaggio colloquiale di ogni giorno. Per prima cosa, è utile evidenziare che i romani non erano soliti segnare i giorni con un ordine progressivo: utilizzavano nomi prestabiliti che indicavano periodi fissi. Le Calende, per esempio, designavano il primo giorno di ogni mese; le None indicavano il quinto e il settimo giorno. Le Idi cadevano, invece, il 13° giorno a gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre; mentre si tenevano il 15 del mese a marzo, maggio, luglio e ottobre. Rispettivamente, CalendeNone e Idi indicavano la luna nuova, il primo quarto e la luna piena.

In seguito, però, il calendario diventa solare e il rapporto con le fasi lunari svanisce. Curiosamente, è proprio Giulio Cesare a istituire l’ultima grande riforma del calendario, entrata in vigore nel 45 a.C., con l’aggiunta di alcune parziali modifiche dovute a Ottaviano Augusto, suo successore. Tale calendario si definisce Giuliano ed era composto da 365 giorni in cui erano previsti anni bisestili. Solo nel 1582, con una riforma di papa Gregorio XIII, si sostituisce con il calendario gregoriano attualmente in uso. Dedicate al dio Marte come l’intero mese, le Idi di Marzo diventarono, nel tempo, quelle più note poiché si compie un assassinio che rivoluziona per sempre la storia di Roma: la morte di Giulio Cesare.

La congiura più celebre della storia: Bruto, Cassio e il Cesaricidio

Durante le Idi di Marzo, precisamente il 15 marzo del 44 a.C., Giulio Cesare console e dittatore della Repubblica romana è assassinato con ventitré pugnalate inferte da alcune celebri personalità del senato romano. Figurano fra gli assassini i celebri Bruto e Cassio: l’uccisione di compie mentre Giulio Cesare si trova all’interno del Teatro di Pompeo. Il motivo del Cesaricidio è l’enorme potere che, negli anni, aveva conquistato: una scalata che sembrava non arrestarsi, concentrando sempre più cariche importanti su di sé e minacciando l’autorità e il potere del Senato.

Venti i senatori che partecipano alla congiura: coloro che si consideravano custodi della tradizione, totalmente contrari a qualsiasi forma di potere personale. Dopo la Guerra Civile avvenuta fra il 49 a.C – 45 a.C, e la vittoria su PompeoCesare assume la carica di dittatore a vita designando, addirittura, un successore; sembrava quindi che volesse far sgretolare la Repubblica Romana per concentrare il potere in un’unica figura. Come scriveva lo storico latino SvetonioCesare muore nel giorno delle Idi di Marzo e, alla vista di Bruto, pronuncia la celebre frase diventate icastica:

 «tu quoque Brute fili mi!» (Anche tu Bruto, figlio mio!).

La morte di Giulio Cesare diventa, così, uno degli episodi più celebri dell’antichità romana.

Stella Grillo

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