Conferenza stampa de Le Nozze di Figaro, opera buffa in 4 atti di W.A. Mozart, al Teatro dell’Opera di Roma con il direttore d’orchestra Stefano Montanari ed il regista Graham Vick
A presentare la conferenza stampa, il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes, che annuncia con grande entusiasmo i dati di affluenza del pubblico in questo 2018, tradotto in termini di incasso che ha raggiunto i 12,6 milioni battendo il record di due anni fa di 11,6 milioni.
Prima d’ora non era mai successo che il Teatro dell’Opera potesse vantarsi di un simile incasso, che ulteriormente tradotto, intende che oltre il pubblico in smoking ed ingioiellato delle prime, una crescente gamma di spettatori varca puntualmente l’ingresso del Teatro per assistere ad opere che ormai sono uscite purtroppo fuori dall’ascolto comune, per andare a risiedere unicamente nelle poltrone di nicchia.
Questo dato rappresenta sicuramente un ottimo viatico per la messa in scena de Le Nozze di Figaro, opera prima del trittico a cura del compositore W.A. Mozart e del librettista Lorenzo da Ponte, per l’occasione diretta da Stefano Montanari con la regia di Graham Vick.
Il direttore d’orchestra Stefano Montanari, che per problemi fisici ha dovuto posticipare l’inizio della sua partecipazione alla preparazione della messa in scena, si dichiara molto affezionato a Le Nozze di Figaro, opera che l’ha visto affacciarsi per la prima volta nel 2005 nel mondo della direzione.
Entusiasta della collaborazione con Graham, Montanari promette di portare in scena “un tipo di scorrevolezza efficace” per queste Nozze di Figaro, alleggerendo i lunghissimi tempi caratteristici dell’opera, garantendo la comprensione dell’ostica trama grazie anche all’abilità canore e sceniche dei due cast di cantanti che si alterneranno nelle repliche sino all’11 novembre.
(Stefano Montanari, fonte: immagine web)
Graham Vick, regista di molte opere discusse, innovativo e sperimentale, ci tiene a mettere subito in chiaro quello che vedremo in scena dal 30 ottobre: “Si vestiti di oggi, no non è attualizzato al giorno d’oggi: no iphone etc.“. Le persone in scena sono quelle che per Mozart era il “noi“, ora come allora.
D’altra parte in seguito al momento in cui Gluck inserì elementi rivoluzionari nel mondo dell’opera lirica, Mozart e Da Ponte hanno sempre puntato all’innovazione, innestando nei loro lavori frequenti canzoni popolari, un clima nuovo e fresco e soprattutto personaggi contemporanei alla stesura: “non c’è epoca nell’opera” puntualizza infatti Vick.
Secondo il regista, non vi è inoltre un limite strutturato oltre il quale la regia non dovrebbe andare, “basta che funzioni […] tutte le regie sono moderne, o funzionano o non funzionano, l’importante è non essere una copia, perchè se no poi tutto diventerebbe l’imitazione di un’imitazione“.
(Graham Vick, fonte: immagine web)
Il direttore d’orchestra Stefano Montanari ed il regista Graham Vick, sono quindi concordi nel proporre una versione de Le Nozze di Figaro accattivante e stimolante per il pubblico.
I due artisti trovano come altro netto punto in comune, il parere sui due cast di cantanti, che ci viene presentato di alto livello sebbene la loro sfaccettata diversificazione porterà in scena due opere leggermente distanti nella loro rappresentazione in base a quale dei due cast sarà in scena.
Ad una settimana dalla prima è quindi quasi tutto pronto, compreso il condiviso punto di vista dei due maestri che dirigeranno musica e visivo all’insegna delle stesse idee che hanno oggi difeso gelosamente.
Le loro parole si avvicinano a quelle del compositore W.A. Mozart in risposta all’osservazione del re sull’utilizzo, a parer suo, di troppe note: “Non una in più del necessario, sua maestà“.
Non ci resta quindi che procurarci i biglietti in attesa di assistere a Le Nozze di Figaro, in scena al Teatro dell’Opera di Roma dal 30 ottobre all’11 novembre 2018.
Eleonora Giulia Meloni