Il finale di stagione de Le terrificanti avventure di Sabrina 4 delude molti fan e l’amarezza sta empaticamente facendo il giro del web. Come se non bastasse l’eroina della saga fantasy stregata Kierna Shipka ha dichiarato anche lei il suo disappunto per il finale di stagione, ma solo in un primo momento. Kierna Shipka è un volto reso noto sul piccolo schermo grazie ad una delle serie che tutti dovrebbero vedere: Mad Man.
Partiamo da un presupposto: a volte leggere articoli e commenti che trattano tutti o quasi, della medesima delusione è poco costruttivo. Sarebbe una mossa saggia prendere le giuste distanze da commenti affrettati ed impulsivi. Commenti che nella prima visione possono condurre lo spettatore a frettolose delusioni o colpi di scena poco convincenti.
Le terrificanti avventure di Sabrina: cerchiamo di riflettere a mente fredda!
“Le terrificanti avventure di Sabrina 4” serie ideata da Roberto Aguirre Sacasa nel 2018, consta di ben 8 episodi circa per un totale di 4 stagioni. La quarta stagione di Sabrina è arrivata su Netflix il 31 dicembre 2020, ad un passo da un nuovo anno che si lascia alle spalle fin troppe perplessità. Quello che si può intuire episodio dopo episodio è che la quarta stagione sulle avventure di Sabrina Spellman sia il risultato di un lavoro da un certo punto di vista certosino, dall’altro estremamente astratto e affetto da eccessivo zelo.
Perchè strafare si dimostra non necessario
L’ultimo capitolo sull’amata strega di Greendale appare confusionario, con enormi buchi nella sceneggiatura e anche nella trattazione delle diverse story-lines dei personaggi. Il re degli inferi perde quel pathos tanto recriminato nelle scorse stagioni. Il suo stesso legame paterno con la figlia del caos sembra appiattirsi da un momento all’altro. Sabrina Spellman viene sostituita da un suo clone che adora gli inferi, suo padre e persino lo stesso principe di argilla.
Zelda Spellman (Miranda Otto) e la sorella Hilda Spellman(Lucy Davis), colonne portanti nel successo della serie, perdono terreno, specialmente la prima che da potente strega, assume piuttosto l’immagine di una spalla destra, spesso distratta e poco convincente. Decisamente meglio il lavoro compiuto per il personaggio della tenera e goffa Hilda che dopo tutto vive un happy ending nel suo felice matrimonio.
Un significato che va oltre il finale de “Le terrificanti avventure di Sabrina 4”
Quello che si intuisce, è che gli episodi legati agli Orrori di Eldritch ed a Padre Blackwood, siano solo un espediente narrativo che riconduce lo spettatore ad un messaggio forse subliminale al di là dell’intera saga. Pura filosofia che strizza l’occhio al mondo del cinema in pieni anni ’90, con fare esuberante oltre che con una certa arroganza.
Sabrina Spellman ha creato un paradosso temporale, si è letteralmente sdoppiata per poter vivere la sua vita metà umana metà regina degli inferi.
La giovane strega di Greendale nelle ultime puntate della terza stagione, ha creato una Sabrina identica in tutto e per tutto a lei. Persino nel numero delle sue molecole. Così è nata Sabrina “MorningStar“, Sabrina stella del mattino. Tutti però dobbiamo fare i conti con i nostri errori, tutti prima o poi dobbiamo oltrepassare decisive fasi della vita.
Sabrina dopo circa 3 stagioni di certezze e sicurezze spesso infondate, giunge ad un umano turning point dunque, come il resto del cast. Specialmente nel rapporto con se stessa e con l’amato Nicolas Scratch (Gavin Leatherwood). L’amore le permette di crescere per sempre e come ci fa intuire Aguirre Sacasa, è del resto eterno e invincibile.
Omaggi e saluti
“Le terrificanti avventure di Sabrina 4” non manca di suspense, colpi di scena, salti temporali e lunghi viaggi nelle citazioni cinefile più famose d’America. Siamo con Sabrina e il club della strizza, mentre sulle note di Sweet child of Mine, si omaggia la serie ideata nel 1990 da David Lynch e Mark Frost, Twin Peaks. Una giovane reginetta del ballo completamente ricoperta di sangue, manda a fuoco la band satanica, ricordando “Carrie Lo Sguardo di Satana“, pellicola di Brian De Palma diretta nel 1976.
Suoniamo le note di chitarra del diavolo in persona in compagnia di Harvey Kinkle (Ross Lynch) come nel celebre “Mississippi Adventure (Crossroads)“, film diretto da Walter Hill nel 1986. Aiutiamo Sabrina a liberarsi di un oscura presenza che alberga nel suo corpo un calamaro, una sorta di piovra, come quella che vediamo in “La piovra, Why Bring That Up?” diretto nel 1929 da George Abbott. Siamo con tutto il club della strizza, la scuola di stregoneria, Ambrose Spellman e le ziette, quando il mondo terrestre minaccia di eclissarsi con quello infernale. I redivivi prendono letteralmente possesso della vita di tutti i beniamini di Greendale come nella serie diretta da Fabrice Gobert nel 2012 “Les Revenats“.
Happy Ending o happy ending?
“The Chilling Adventure of Sabrina” potrebbe aver avuto un finale migliore, un happy ending tanto per cominciare. Talvolta è difficile intuire stilisticamente parlando, se il lieto fine tanto atteso sia effettivamente quello giusto. La storia di Sabrina Spellman si conclude con la quarta stagione. Netflix non rinnova la serie e la sensazione che si ha del resto è di un vuoto che potrebbe risucchiare l’eroina dei fumetti. Aguirre Sacasa ricongiunge furbamente la realtà fuori e sul set, rischiando di strafare con invani virtuosismi tecnico stilistici.
Il vuoto
Il vuoto che drammaticamente porta alla morte terrena di Sabrina Spellman sembra esorcizzare il 2020, specialmente negli ultimissimi episodi, slanci di scrittura che rischiano di far vacillare la storia. Tutti nel bene o nel male lo abbiamo vissuto come un anno essenzialmente “vuoto”. Un vuoto che sembra divorare ogni cosa e dal quale non vedevamo l’ora di uscirne fuori. Ad un certo punto intuiamo di essere finiti in un universo meta seriale, o meglio in “Sabrina, vita da strega“, sit-com trasmessa sulla BBC dal 1996 al 2003 e diretta da Nell Scovell, con risate gregarie e uno strano gatto finto, vera star della serie.
La zia Hilda reinterpretata dalla originaria Caroline Rhea, ci ricorda che il vuoto è un mezzuccio narrativo usato dagli sceneggiatori ogni anno per far riappassionare il pubblico. “Qualche volta è un terremoto, un viaggio alle Hawai o l’omicidio di un personaggio molto amato e in questo caso è il vuoto“; in verità però non cambia nulla, tutto si resetta e basta. Che sia questo quindi il messaggio diretto ai fan della saga? Sabrina si sacrifica, perde la propria vita, ma forse non cambierà nulla.
Ringraziamenti?
Agli occhi di molti e da un punto di vista di scrittura della sceneggiatura, l’impressione che si ha è che l’ideatore abbia cercato di concludere la serie ringraziando tutti coloro che hanno lavorato sin dal 2018 alla realizzazione ed ispirazione della saga. Finzione, realtà e metafora si fondono tra loro per celebrare la storia di un personaggio che non crediamo che passerà inosservato. Il vuoto è un escamotage originale che catapulta la stessa Spellman e i suoi fan all’interno di un multi-universo mistico e trascendentale. Siamo sicuri quindi che la tragica scomparsa dell’eroina, non sancisca la sua immortalità? siamo certi che il vuoto combattuto nell’ultimo capitolo sia dopo tutto negativo?
La maturazione di Sabrina Spellman
Sabrina Spellman è un personaggio che si evolve sotto ogni punto di vista. Matura le sue competenze magiche, è una strega molto potente e alla continua ricerca del suo baricentro. Cresce, si evolve e affronta la possibilità della perdita. Il percorso iniziato nel 2018 si trasforma in un rito d’iniziazione e maturazione.
A ben guardare la scelta di Aguirre Sacasa è simbolica e celebrativa. Sabrina vive in una realtà che si eleva al mondo terreno, è circondata dall’arte, dipinti di paesaggi che ricordano quelli di Renoir. Mentre si appresta a sfogliare un libro, seduta in una stanza completamente bianca, la raggiunge il suo amato compagno di disavventure e stregonerie Nicolas. L’amore sopravvive alla vita terrena, sembra lievitare e raggiungere una dimensione metafisica che non ha altro se non loro. Il vuoto si riempie di qualcosa che non potevamo dopotutto che sperare di vedere: l’amore eterno tra i due stregoni di Greendale.
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Silvia Pompi