Sono cinque i testi presentati per la modifica della normativa sulla legittima difesa. Per il Pd rischio far west. Bonafede: “togliere zone d’ombra“.

É previsto per domani l’inizio in Commissione Giustizia di Palazzo Madama l’iter del ddl sulla legittima difesa. I progetti di legge su cui si concentrerà la commissione Giustizia sono cinque: uno della Lega, due di Forza Italia, uno di Fratelli d’Italia e uno di Iniziativa Popolare.

Dunque parte l’iter per modificare, nuovamente, la legittima difesa, tema caldo e già al centro di dichiarazioni di intenti molto nette da parte del leader della Lega Matteo Salvini e di esponenti Cinque Stelle.
Domani alle dieci la Commissione deciderà se adottare un testo base tra quelli presentati oppure procedere con la stesura di un testo unico. Manca ancora un testo da parte del M5S che secondo alcune fonti sarebbe in lavorazione.

Il Pd teme il far west e la vice presidente del Senato Anna Rossomando avverte Salvini che la “giustizia fai da te mette in pericolo cittadini onesti”. Il Ministro della Giustizia Bonafede è invece convinto che dalla norma in vigore vadano tolte zone d’ombra a favore dei cittadini e puntualizza che questo è tema della giustizia. Il testo della Lega punta ad inasprire le pene e a riconoscere la difesa sempre come legittima eliminando il principio di proporzionalità tra offesa e difesa richiesto ora dall’articolo 52 del codice penale. Gli altri due progetti di legge intervengono anche sull’articolo 55 che riguarda l’esclusione della punibilità per eccesso colposo.

Diverse le reazioni: “così si allargano le maglie” è il commento di Ristretti Orizzonti; “ una proposta inutile e confusa“ incalza il presidente dei penalisti romani Cesare Placanica.
Intanto Conarmi e Anpam, sigle dei produttori di armi per uso sportivo o venatorio sono state sentite alla Camera dalle Commissioni Affari costituzionali e Politiche Ue.
Gennaro Migliore,del Pd chiede se è vero che in campagna elettorale hanno finanziato la Lega: “Noi – ha risposto Pierangelo Pedersoli, presidente Conarmi – siamo stati avvicinati da tutti i partiti, come avvenuto sempre, ma le 110 aziende che rappresento non hanno mai firmato nulla. Quanto a contributi, stante la situazione economica, non avevamo neanche i fondi per pagare un caffè“.

Di Francesca Ricciuti