Se il tuo compagno è una presenza ingombrante del calibro di Álvaro Bautista, è facile essere messi in disparte sotto il punto di vista mediatico. Forse in pochi hanno fatto caso al rinnovo per il 2021 di Leon Haslam nel team Honda HRC in WSBK, dimenticando che per correre in forza alla più grande Casa motociclistica del mondo serve talento da vendere. Dietro alla sua riconferma non c’è solo un 2020 di risultati costanti e di accurato sviluppo della nuova CBR1000RR-R, ma anche la vasta esperienza dovuta ad una carriera lunghissima. Ripercorriamo le tappe che hanno caratterizzato la crescita agonistica di questo pilota, al quale la Superbike deve molto.
I primi passi sulle due tempi del Motomondiale
Nato a Ealing il 31 maggio 1983, Leon è figlio di un altro Haslam arcinoto: suo padre Ron. Egli non ha bisogno di presentazioni, essendo uno dei più attivi piloti britannici nella 500 anni ottanta. L’esordio sul palcoscenico mondiale avviene in 125 su Honda, con una wild card nel GP di Gran Bretagna del 1998, bissato l’anno successivo. Nel 2000 avviene la prima stagione da titolare nella categoria minore, in sella alla poco fortunata Italjet: il risultato migliore è un decimo posto a Barcellona, ma nel resto della stagione Leon non riesce ad andare a punti. Il primo anno del nuovo millennio vede invece il giovanissimo inglese salire direttamente in 500 sulla Honda del team Shell Advance.
Inizialmente Haslam corre con la 500 bicilindrica, mentre nella parte finale del 2001 gli viene messa a disposizione la più potente versione a quattro cilindri. I risultati poco lusinghieri chiudono però la strada per continuare nella nuova classe MotoGP, quindi Leon ripiega sulla classe 250 per la stagione 2002. Alla guida della Honda RS del team Cibertel BQR il pilota inglese non riesce a mettersi in mostra, portando a casa un settimo posto in Portogallo come migliore risultato. Si chiude così l’esperienza con i prototipi del Motomondiale.
La crescita di Leon Haslam in BSB e WSBK ed il confronto con Max Biaggi
A partire dal 2003, Leon Haslam inizia a correre nell’ambito delle derivate di serie. I primi contatti avvengono in patria, nel BSB, insieme al team Renegade. L’anno seguente lo stesso team schiera il pilota di Ealing nel mondiale per un’intera stagione, in sella alla Ducati 999 ed affiancato da Noriyuki Haga. Il miglior risultato è un terzo posto in Germania. Nei tre anni successivi Leon Haslam torna a correre in Inghilterra, alternando Ducati e Honda. Il podio ottenuto da wild card a Portimao 2008 evidenzia che Leon è finalmente pronto a tornare nel WSBK.
Nel 2009 Leon Haslam disputa, sulla Honda CBR1000RR privata del team Stiggy, una dignitosissima stagione arricchita da quattro podi. E’ nel 2010 però che arriva la possibilità di giocarsi il mondiale. Ingaggiato da Suzuki Alstare, Leon compete ad altissimo livello sulla GSX-R 1000 e vince tre gare, contendendosi il titolo con l’Aprilia dell’esperto Max Biaggi. Giunto secondo in classifica finale, il centauro inglese aumenta le sue richieste economiche, ma il team belga non è in grado di soddisfarle. Nel 2011 avviene quindi il passaggio al team ufficiale BMW Motorrad.
La maturità agonistica in WSBK
Il matrimonio tra Haslam e la scuderia tedesca non è tra i più felici. La S1000RR si dimostra una moto potentissima, ma scorbutica e di difficile interpretazione per molti piloti. Leon riesce a conquistare al massimo tre podi e chiudere quinto nel 2011. L’anno successivo la presenza sul podio si fa più frequente, impreziosita da due secondi posti a Monza e a Donington Park. I risultati promettenti non bastano per permettere a Leon Haslam ed a BMW di trovare un accordo per andare avanti, quindi il pilota inglese firma un biennale con Honda Ten Kate. Compagno di squadra di Jonathan Rea, Leon fatica per tutto il 2013 e non mette a segno neppure un podio, oltre ad incappare in numerose cadute e ritiri.
La CBR1000RR non manifesta una grande competitività, ma nel 2014 un podio in Francia e risultati costanti permettono di chiudere al settimo posto in campionato. Nel 2015 entrambi i piloti Honda scelgono di cambiare aria: Rea inizia un nuovo capitolo in Kawasaki, mentre Haslam viene ingaggiato da Aprilia Red Devils. La moto di Noale è campione del mondo in carica, ed il team romano ha un supporto pressoché ufficiale da parte della Casa. Sulla RSV4 RF arrivano risultati esaltanti nella prima parte di stagione, tanto da far pensare ad una lotta per il titolo contro Jonathan Rea. Le ambizioni iridate sfumano sotto i colpi delle impressionanti prestazioni di quest’ultimo, ma Leon si toglie la soddisfazione di concludere l’anno con una sontuosa vittoria in Qatar.
Il rientro di Leon Haslam in WSBK con Kawasaki ed il passaggio ad Honda
Non trovando alcuna sella interessante per il 2016, Haslam accetta l’offerta del team Kawasaki JG Speedfit per ritornare al BSB. Nel campionato britannico Leon si mantiene su livelli da protagonista, affermandosi finalmente come campione nel 2018 e senza tralasciare alcune wild card in WSBK. A questo punto si ripresenta la possibilità di tornare nel mondiale ai massimi livelli: per il 2019, la Kawasaki sceglie Leon per sostituire Tom Sykes. Nel box del team Provec l’inglese ritrova l’ex compagno di squadra Rea, nel frattempo diventato pluricampione del mondo e fulcro dei progetti sportivi della casa di Akashi. La convivenza non dura molto. Haslam, nonostante un bottino di sei podi, per il 2020 ha ricevuto una nuova chiamata dalla Honda.
La casa di Tokyo ha deciso di impegnarsi con tutta la sua forza nel campionato WSBK, sfornando una moto raffinatissima e totalmente rivoluzionata. Nel 2020 il team Honda HRC vuole dotarsi di una coppia di piloti di altissimo profilo: Bautista e Haslam. Per il pilota inglese è arrivata l’opportunità di sviluppare una moto praticamente nuova, dalle potenzialità enormi e con il supporto del reparto corse nipponico. Il primo anno sulla nuova CBR non è particolarmente esaltante sul fronte dei risultati, ma in diverse occasioni Leon è arrivato vicino al podio. Il rinnovo del contratto è il segnale che il pilota di Ealing, soprannominato “Pocket Rocket”, con la sua competenza rappresenta la scelta giusta per Honda.
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Corrado Andrea Bertoli