La prima giornata dei Mondiali di Budapest di atletica leggera è andata in archivio e, lo si può gridare forte, lo ha fatto con stile. L’Italia infatti è riuscita ad ottenere una preziosissima medaglia d’argento nel getto del peso grazie ad uno strepitoso Leonardo Fabbri. Il suo terzo lancio vale un 22.34 che gli consente di poter vantare un nuovo personale, ma soprattutto l’argento mondiale dietro solo al primatista della storia Ryan Crouser. Una serata da ricordare per i colori azzurri.
Leonardo Fabbri nella storia: è argento mondiale
Una finale così l’aveva sognata, come ha poi detto nelle interviste post gara, ma viverla è di sicuro tutta un’altra cosa. E’ uscito quasi dal nulla, quasi perché in stagione aveva comunque fatto bene finora, mai però era riuscito a valicare il limite dei 22m. Fabbri lo ha fatto ieri sera, nell’appuntamento più importante e si è portato a casa uno storico argento con il suo 22.34. In un colpo solo è poi divenuto il secondo italiano della storia, dietro ad Alessandro Andrei (22.91 nel 1987) e il quinto europeo di sempre. L’oro invece è andato a Ryan Crouser che ha sconfitto pure i coaguli di sangue nelle gambe che avevano messo in forse la sua partecipazione. In pedana però sembrava stare benissimo e lo dimostra il 23.51, misura che per lui non è più tanto clamorosa ed è davvero strano da dire. Terza piazza invece per un altro americano, ovvero Joe Kovacs con un 22.12.
“Pazzesco! Sogno questa gara da una vita, da quando ho iniziato a fare atletica da piccolo. Con la mia famiglia ho sempre guardato Mondiali e Olimpiadi in tv, ho sempre sognato di salire su un podio e fare il personale in maglia azzurra. Non pensavo al secondo posto, però volevo fare ventidue metri, era quello il mio obiettivo. Sapevo di stare benissimo, mai stato così in forma come adesso. Mi sono tolto un bel sasso dalle scarpe, perché in maglia azzurra mi era sempre mancato questo guizzo. Vorrei abbracciare quel Leonardo Fabbri che un paio di anni fa e l’anno scorso ha sofferto, non aveva tanta voglia di lanciare. Quel ragazzo che a sei anni ha cominciato con l’atletica e si divertiva. Dopo essere rimasto fuori di poco dalle finali di Mondiali e Olimpiadi, con occasioni perse, non vedo l’ora di abbracciare il mio tecnico Paolo Dal Soglio”. Queste le parole piene di emozione pronunciate da Fabbri e riprese dalla FIDAL.
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