Les Misérables, il musical tratto dal romanzo di Victor Hugo

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Les Misérables (conosciuto dagli amanti del genere con il diminutivo Les Miz) è un musical scritto nel 1980 da Claude Michel Schonberg (musiche) e Alain Boublil (testi), tratto dal celebre romanzo di Victor Hugo. Non tutti sanno che la prima edizione fu parigina, poi -dato il successo che ebbe- il lavoro venne “adottato” da
Cameron Mackintosh e ne venne fatta una versione inglese prodotta dalla Royal Shakespeare Company; la versione inglese spopolò nel West End dove viene rappresentato ininterrottamente dal 1985.

Sebbene sia uno dei musical più famosi al mondo, qui in Italia molti lo hanno conosciuto soltanto grazie al recente film per il cinema (2012), diretto da Tom Hooper, e che vantava grandissimi volti del grande schermo per i ruoli principali: Hugh Jackman è Jean Valjean, Russell Crowe il tenace ispettore Javert che gli dà la caccia, ed Anne Hathaway è Fantine, ruolo che le ha valso l’Oscar.

Les Misérables – Produzione 1980

Oggi noi di Metropolitan Magazine abbiamo intervistato Roberto Gori, musicista, pianista e compositore, che per primo portò in teatro con la propria compagnia (I Ghirigori) il musical I Miserabili… completamente tradotto ed adattato in italiano.

MM: Roberto, quando hai conosciuto per la prima volta il musical Les Miz?

R.G. : Lo conobbi attorno a metà degli anni ’90, affittando il cd dei Miserabili… non so se ricordate, a quei tempi c’erano dei negozi che (esattamente come succedeva per i vhs dei film) affittavano i cd, tu li portavi a casa, li ascoltavi e poi glieli riportavi; considerate che io non conoscevo bene l’inglese, né conoscevo la storia, dunque il mio era un po’ un “ascolto al buio”; tra l’altro si trattava di un highlight… e, ad essere sincero, non mi piacque neppure particolarmente.

Successivamente, successe che nacque la mia compagnia teatrale, i Ghirigori, all’interno di una scuola di inglese… noi facevamo teatro in inglese; dunque nel 2001 proposi di fare La Piccola Bottega degli Orrori… ma poi vidi il film dei Miserabili con Depardieu, che mi conquistò; a quel punto ri-ascoltai il cd e me ne innamorai. E direi che questo è già un segno importante! Significa che se conosci una storia, ti puoi anche appassionare successivamente della musica.

Les Miserables - Roberto Gori in scena con Teresa Federico
Les Miserables – Roberto Gori in scena con Teresa Federico

Mi piaceva talmente tanto che decisi per un cambio radicale… non più La Bottega, dunque, perché per il saggio finale avremmo messo in scena Les Miz! Tutti erano scettici, dicevano che era un’impresa folle. In sei mesi arrangiai e realizzai personlamente tutte le basi, partendo solo da quel famoso cd e dal copione trovato su internet; successivamente, durante la lavorazione, ascoltai il triplo album (ovvero l’edizione integrale) che riuscii a farmi inviare da Londra. Ma quello era tutto ciò che avevo in mano, nessuno di noi aveva mai visto lo show a Londra…dunque fu tutta una specie di strana archeologia musicale e drammaturgica. Per cui io, occupandomi della regia, evincevo i movimenti dei personaggi e quello che succedeva in scena semplicemente dalle battute che erano scritte e che erano cantate. Morale della favola: fu un successone!

Les Miserables - Edoardo Luttazzi (regia: Roberto Gori)
Les Miserables – Edoardo Luttazzi (regia: Roberto Gori)

MM : Quando ti è venuta l’idea di tradurre Les Miz e come/con chi hai lavorato per la mise en scène e l’adattamento musicale e teatrale?

R.G. : Dunque, successivamente a quel primo saggio, con la compagnia portai in scena altri lavori; come ad esempio il mio primo musical originale su La Storia Infinita; ma attorno al 2005 siamo tornati a quel primo lavoro ed abbiamo pensato di poter ambire a fare una traduzione ufficiale di Les Miz; forse eravamo degli illusi, ma ci credevamo! Ci abbiamo lavorato io, Teresa Federico, Luca Simon (che era subentrato nel ruolo di Enjolras dopo Federico Palmieri, attore e amico che porto nel cuore, recentemente venuto a mancare) e Gianluca Foti. Era un lavoro a 4, anzi ad 8 mani!

Mettemmo in scena nuovamente quel lavoro; seppure con una forte componente amatoriale…e fu forse per questo che, purtroppo, non fummo considerati né abbiamo mai avuto alcuna autorizzazione ufficiale dall’Inghilterra. Tra l’altro, ai tempi la SIAE stessa non conosceva questo musical, perché non risultava nei loro terminali, e quindi noi ci sentivamo liberi di poterlo portare in scena; cosa che oggi sarebbe una follia. Abbiamo infatti smesso di farlo, e ci siamo dedicati ad altre opere originali. Però in giro ci sono ancora le mie basi e i miei testi… e spesso mi capita di sentire le mie versioni delle canzoni ai provini!

Les Miserables - foto omaggio a Federico Palmieri
Les Miserables – foto omaggio a Federico Palmieri

Calcola che quando noi portammo in scena Les Miz il musical come genere in Italia non era minimanete diffuso, tanto che quando Cocciante portò in scena Notre Dame De Paris io e gli altri del gruppo ci siamo detti: figo, finalmente qualcun altro -e qui in Italia!- porta in scena Victor Hugo, in chiave musical.

Non nascondo che, quando andammo a vedere NDDP comprendemmo che l’operazione di Cocciante-Zard era totalmente diversa da ciò che ci saremmo aspettati e di tutt’altro stile. Personalmente, dunque, mi sento tutt’oggi felice ed orgoglioso di poter aver portato in teatro Les Misérables… senza essere arrestato!

Les Miserables - Gianluca Dentici e Noemi di Lillo
Les Miserables – Gianluca Dentici e Noemi di Lillo

MM : Che esito ha avuto la tua trasposizione italaiana di Les Miserables? La tua è tutt’oggi l’unica traduzione italiana di questo musical, giusto?

R.G. : A parte ciò che ti ho già raccontato; posso dirti che successivamente le mie musiche ed il mio lavoro è stato ripreso da molte piccole realtà, so di scuole di musical come quelle di Luca Velletri e Donatella Pandimiglio che hanno utilizzato il nostro materiale per realizzarne dei saggi, sia la versione italiana che quella in inglese (per la parte musicale). Però si tratta pur sempre di saggi scolastici, appunto, e dunque nulla di “ufficiale”. Io, personalmente, ho avuto l’opportunità di conoscere Cameron Mackintosh quando venne in Italia a vedere Mary Poppins e posso dire: meglio così, dato ciò che è successo a Mary Poppins; ricordiamoci che quel teatro non è chiuso per la pandemia, ma perché Mackintosh ha detto “basta”.

Figuriamoci se qualcuno avesse dato, ai tempi, l’autorizzazione per il musical de I Miserabili… noi non eravamo assolutamente pronti! Io sono un pianista e compositore professionista, ma nel 2005 ero un regista alle prime armi e non avevo sicuramente idea di cosa fosse una vera produzione teatrale. Potrei definire, con una nota di pessimismo cosmico, che il mio Les Miz sia stato un “errore di gioventù”.

Seguici su facebook