Il 22 febbraio del 1939 nasceva a Roma il maestro Paolo Salvati. Artista dalla profonda sensibilità, Salvati riusciva a infondere un alito vitale nei suoi paesaggi. I colori prediletti come i blu e i rossi vivaci, avvicinano il suo lavoro all’Espressionismo, seppure in una forma tutta personale. La natura ritratta è selvaggia ma composta, silenziosa ma pervasa da una vibrante tensione, talvolta minacciosa e talvolta rasserenante.
Una delle opere più emblematiche è Pietra Blu, un olio su tela del 1973. Solitaria svetta sulla campagna circostante come se fosse l’unico appiglio in un mare in tempesta. Lo stesso Salvati ne ha raccontato la metafora:
Nel quadro, come nella vita, il percorso da seguire prima di giungere alla grande pietra era cosparso di rovi con strani rami, misteriosi e pericolosi per la sopravvivenza, tanto che giunti ai piedi della pietra l’unica possibilità era di affrontarla. È il percorso che tutti dobbiamo intraprendere, è il viaggio della vita. Tutti noi da sempre lottiamo con una pietra da superare, la pietra è il peso dell’esistenza e su di essa finiscono il pianto, il dolore e le fatiche, ma solo quando riusciremo a superarla, porteremo con noi la gioia, amore e cuore in un mondo migliore.
Paolo Salvati, “Isabò” e la serie “Unica”
La seconda opera particolarmente significativa è Isabò. Il ritratto coglie la posa di una donna serena, forse lusingata da un complimento o forse assorta in una piacevole lettura all’ombra di un albero. Il sorriso accennato e la luce calda dell’espressione sono resi con rapide pennellate. La tela è un eccellente prova d’autore e il guizzo di vita della protagonista non può che nascere dall’acuta sensibilità del maestro.
La tela, realizzata con tecnica mista, appartiene alla serie Unica che raccoglie le ultime opere di Salvati, realizzate prima della morte nel 2014. La commissione di questa serie arriva dall’imprenditore Ivo Lenci per la realizzazione di opere che poi avrebbero arricchito alcune etichette di vini italiani.
L’Albero blu, una metafora esistenziale
La terza opera, o meglio il soggetto, che permette davvero di avvicinarsi all’animo più profondo dell’artista, è il noto Albero blu. Il tema dell’albero che si erge sul paesaggio, ormai secco ma ancora vigoroso, torna spesso nel percorso creativo di Salvati. Infatti già dai primi anni Settanta lo si trova in alcune varianti ma sempre con i suoi rami che protendono come se volessero riempire tutto lo spazio visibile.
Anche in questo caso ci si trova davanti a una metafora della vita e della lotta costante che l’uomo conduce per tentare di farsi largo tra le difficoltà. L’intensità espressiva e i colori tanto surreali quanto armoniosi, fanno dunque di Albero blu e di tutto l’operato di Paolo Salvati una forma d’arte totalmente unica, dallo spessore poetico quasi disarmante.
Immagine di copertina: Pietra blu, 1973 – Photo credits: paolosalvati.it
Seguici su