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L’esteta del golf: Walter Hagen tra stoffe e lotta di classe

Hagen, l’uomo perfetto per l’epoca giusta, estrosità ed impertinenza nei ruggenti anni ’20 rendono Walter Hagen il primo uomo-immagine del golf. La rivalsa dell’uomo qualunque verso l’aristocrazia golfistica dell’epoca.

Un establishment rigida, fasulla quasi quanto le amicizie a Versailles e simile ad una casta; questo era il golf di inizio ‘900 in tutto il mondo. Dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti era consuetudine trattare i golfisti professionisti alla stregua di umili servi; era loro impedito di accedere alla clubhouse, di partecipare ai tornei riservati ai soci, di usare gli stessi spogliatoi dei membri del circolo e anche utilizzare le strutture del club in cui erano ospiti.

Inizio del cambiamento

Tutto ciò iniziò a mutare dopo il più grande US Open della storia, quello del 1913 svoltosi a Brookline (Massachusetts) vinto da Francis Ouimet, un ragazzo di umili origini a 19 anni. Ouimet si scontrò e vinse contro mostri sacri del calibro di Ted Ray e contro il miglior giocatore inglese di sempre, Harry Vardon (vicenda splendidamente narrata e leggermente romanzata nel film “The greatest game ever played” del 2005).
Walter Hagen nasce quindi da una umile famiglia di origini tedesche nel 1892, allo scopo di aiutare suo padre lavora sin da piccolo come caddie al Country Club di Rochester, nel quale, da autodidatta, impara a giocare durante le ore più calme del golf club.
Hagen partecipa al suo primo torneo nel 1912 al Canadian Open, arrivando undicesimo, ma soprattutto prese parte al famoso US Open del 1913, in cui arrivò quarto pari merito.
Ciò evidenzia che il fenomeno di Ouimet non si presentò come una mera eccezione, ma come rappresentazione di un movimento sempre più pressante ed inevitabile, in cui la potenza economica dei “Signori del Golf” non fu più sufficiente a limitare la passione ed il talento della gente comune.

Il Dubbio

Dopo il grande risultato nel 1913, Hagen fu combattuto per due anni sul suo destino, era atleticamente predisposto allo sport e sarebbe potuto diventare sia un professionista nel golf sia nel baseball. Questo suo dubbio interiore venne però fugato; un editore di un giornale di Rochester si offrì di pagargli le spese di viaggio per lo US Open del 1914, cambiando quindi indirettamente l’intera concezione del golf.
Il torneo di Midlothian a Chicago fu un crocevia per la carriera e la vita di Hagen, stabilì un nuovo record del percorso nel primo giro (68 colpi), fece altre 54 ottime buche e conquistò lo US Open davanti a Chick Evans (colui che due anni dopo vincerà sia lo Us Open sia lo Us Amateur).
Il mondo del golf stava diventando l’emblema del sogno americano, dopo Ouimet, anche Hagen incarnò quegli ideali nei quali la provenienza è superflua ed il lavoro fondamentale, dove gli status non sono più ascritti, ma solamente acquisiti.

Hagen ed il suo vestiario

 

Uomo-immagine

Durante il British Open del 1920 si evidenziò la personalità di Hagen. Dato il suo status di golfista professionista gli fu vietato di usare lo spogliatoio dei soci e fu costretto ad entrare dalla porta di servizio; ovviamente Hagen rifiutò la situazione e creò il suo personale ed atipico spogliatoio: affittò una Pierce-Arrow e la usò come spogliatoio personale esattamente davanti al golf club, di modo che tutti potessero osservarlo. Hagen vinse il torneo e, invitato nella clubhouse per la premiazione, si rifiutò di entrare dato che “Lui non poteva entrare”.
Come quando in estate sboccia il più ampio dei girasoli, così come api gli spettatori furono bisognosi di fargli visita per abbeverarvisi. Fu l’unico giocatore a guadagnare più dalle sue dimostrazioni di golf piuttosto che con i tornei, legando alla sua persona un’immagine specifica. Con vestiti estrosi e stoffe ricercate divenne un’icona, al punto tale d’essere il primo golfista sponsorizzato da una marca di mazze da golf.
Hagen aveva una grande stima di se stesso, ma si batté in modo veemente per rendere il golf uno sport aperto a tutti. Difatti nel 1916 a New York insieme a tanti altri professionisti, creò la PGA (Professional Golf Association) contro l’èlite di signori al potere della USGA dell’epoca. Da questo incontrò vennero stabiliti nuovi criteri per essere definiti golfisti professionisti e si istituì anche il PGA Championship, ancora oggi un torneo “Major”; fu vinto da Hagen stesso per ben 5 volte segnando un record ancora imbattuto.

Walter Hagen vincitore dell’Open Championship
Lascito

La carriera di Hagen durò 28 anni, nei quali vinse 11 tornei Major (5 Pga Championship, 4 British Open e 2 Us Open).
Dato che il Master di Augusta fu creato nel 1934, il Western Championship era considerato alla pari di un Major; Hagen vinse 5 volte questo torneo, portando il suo conteggio ufficioso a 16 Major vinti. Così Hagen supererebbe Tiger Woods fermandosi solo dietro l’immenso Jack Nicklaus.

Walter Hagen ha rappresentato i valori americani in un paese che non voleva ammettere di averli come valori fondanti; l’uomo-simbolo che per primo allargò realmente i confini del golf giocato, portandolo da dentro i salotti dei benpensanti agli occhi dei più sognatori tra i ragazzi.
Hagen fu l’emblema delle pari opportunità, e non solo dei soldi e degli accessi, perchè nella memoria e nelle imprese di chi è diventato qualcuno partendo dal nulla, dopo di lui, risuona ancora il suo umile ideale, ma con la spavalderia di chi sa di potersela permettere: “Non volevo essere milionario. Volevo vivere come uno di loro”.

 

 

 

 

 

 

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