Nello spazio di LetteralMente Donna una donna che dietro l’obiettivo fotografico ha scritto pagine indimenticabili denunciando la mafia che tra gli anni 70-90 ha insanguinato Palermo e diventando una delle donne simbolo del nostro paese. La donna è Letizia Battaglia e questa è la sua storia.

Prima di parlare delle foto di Letizia Battaglia e della loro forza nello smuovere anime e coscienze bisogna fare un passo indietro e capire dove quella ricerca per la libertà perduta e per il riscatto sociale nasce. La giovinezza di questa grande fotografa scomparsa nel 2022 è segnata infatti dalle molestie, dalla chiusura in casa e da un matrimonio difficile. Raccontò, infatti, la Battaglia in un un’intervista ad Artribune che “Tutta la mia vita è stata condizionata dalla ricerca disperata di questa libertà che mio padre mi aveva tolto. Ho conosciuto mio marito a sedici anni ma non poteva capirmi: io volevo poter continuare a studiare, a crescere, invece mi ha relegato a far la moglie. Diventava nervoso, violento. Sono riuscita ad andare via dopo vent’anni, dovevo farlo pure prima”

Letizia Battaglia, le foto che hanno fatto la storia

LetteralMente Donna è dedicata a Letizia Battaglia, fonte antimafiaduemila.com
Letizia Battaglia, fonte antimafiaduemila.com

Quello con la sua Leica M2 fu un rapporto indissolubile per Letizia Battaglia che con le su foto ha segnato il mondo della fotografia e della società moderna. I suoi sono stati sempre scatti in un bianco e nero nitido e crudele che trasmettevano il racconto passionale di una Sicilia dilaniata dalle stragi mafiose degli anni 70-90′. Un lavoro difficile iniziato al giornale L’Ora e con l’agenzia L’Informazione fotografica come unica fotografa donna in un mondo di uomini. Una donna che però seppe farsi largo e regalarci quegli scatti che l’hanno resa celebre. Suo, ad esempio, è una celebre foto che ritrae nel 1980 Sergio Mattarella cerca di soccorrere, ormai senza vita, il fratello Piersanti assassinato dalla mafia. La Battaglia era anche presente a Capaci e via D’Amelio ma in quell’occasione straziante decise di non fotografare perchè ha raccontato: “Cosa avrei dovuto fotografare? Corpi fatti a pezzi”

Ricordando quegli anni, come riportato da skytg24 che ha pubblicato la sua ultima intervista rilasciata prima della morte, la Battaglia ha detto che “Oggi, 30 anni dopo, il dolore è rimasto immutato, per tutto quello che abbiamo vissuto. Sono morti i migliori della città. La mafia massacrava i giusti ma c’era anche un fermento, una forma di opposizione. Io, con la mia macchina fotografica, come i poliziotti con il loro lavoro, ero sempre a contatto con questa violenza ma nonostante il dolore e l’umiliazione sentivamo di avere una opportunità per lottare per la nostra terra. In mezzo a quell’orrore e a quella porcheria c’erano bravi giornalisti, bravi giudici e anche bravi politici nonostante corruzione e mafia fossero all’interno della politica” .

I ritratti delle donne e delle bambine

Nelle sue foto Letizia Battaglia ha espresso molto della sua arte regalandoci una serie di preziosi scatti sulle bambine e sulle donne. Nella prime infatti ritrovava quella libertà e quella voglia di cambiare senza confine prima che il dolore della cruda realtà si radicasse in loro. Suo è il celebre scatto della “Bambina con la palla” che simboleggia l’innocenza violata. Parlando di quella foto la Battaglia ha affermato che “la bambina di quello scatto era una bambina ridente, normale, giocava. Invece poi succedono i miracoli, l’empatia: in quel momento mi ha guardato con quegli occhi così profondi e ci ho trovato tutta la mia storia dentro”

Alle donne invece la Battaglia cercava di trasmettere il coraggio di sentirsi libere e fiere e di non sentirsi sottomesse al giudizio dell’uomo come lei stessa aveva fatto nelle sua vita difficile. “Non sono mai stata veramente femminista o con le femministe, però sono sempre stata dalla parte delle donne, perché erano deboli, come dalla parte dei bambini, dei neri e di quelli che vengono emarginati dalla società. Anche oggi che fotografo le donne nude, di ogni età, sono le donne a volerlo e a chiedermelo: perché sentono che le rispetto come persone, sentono che se c’è una pecca diventa bellezza, sentono che io sono con loro”, ha affermato la Battaglia qualche anno prima di andarsene mentre le sue foto ancora oggi restano immortali.

Stefano Delle Cave

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