Nella tormentata, terribile e angosciante vicenda di Saman Abbas mancava solo una lettera anonima. Ieri mattina è arrivata al giornale Il Resto Del Carlino, proprio una lettera anonima di poche righe che indicherebbe il luogo dove è stato occultato il corpo della sfortunata giovane.
“Se volete trovare Saman Abbas – si legge nella missiva indirizzata a il Resto del Carlino – dovete cercarla nella zona chiamata Bagna nelle valli tra Novellara e Guastalla. E’ stata buttata in acqua, tagliata a pezzi per farla mangiare dai pesci e animali”. La lettera, che è stata consegnata agli investigatori, aprirebbe un nuovo fronte di ricerca, ma l’attendibilità del contenuto è tutta da verificare e dimostrare. Anche perché tra lettere anonime, segnalazioni più o meno credibili, visionari e quant’altro, si rischia solo di conlicare ulteriormente indagini già difficili.
Proprio in questo senso ieri uno dei passaggi centrali della conferenza di commiato del Comandante Provinciale dei Carabinieri, colonnello Cristiano Desideri, è stato dedicato alla vicenda di Saman Abbas.
I carabinieri reggiani hanno profuso uno sforzo massimale protratto nel tempo per cercare di arrivare, innanzitutto alla scoperta del corpo della 18enne di nazionalità pakistana, ed in seconda battuta, ma non certo per importanza, arrivare ad assicurare alla giustizia gli autori di quello che appare un brutale omicidio consumatosi, completamente, all’interno della stessa famiglia di Saman Abbas: “Le attività investigative proseguono in modo attivo al massimo livello – scandisce le parole il colonnello Desideri – Ciò significa che, esaurita la fase investigativa maggiormente orientata alla ricerca del corpo della ragazza, ora l’attività di indagine ha assunto una natura diversa. Non meno importante e, soprattutto, non meno intensa anche se lontana dalle luci dei riflettori e senza quell’impatto mediatico avuto nei mesi scorsi. Abbiamo degli indicatori che ci fanno ritenere altamente probabile la presenza all’estero dei vari autori di questo delitto – prosegue Desideri -. Per altro sulla collocazione geografica di vari soggetti legati a questa vicenda, sono state propagandate versioni destituite di ogni fondamento in questi mesi. Il punto è che noi non dobbiamo correre dietro a suggestioni mediatiche. Abbiamo il dovere di agire secondo la logica delle informazioni che ci arrivano e che riusciamo a reperire ‘sul terreno’. Le segnalazioni? Ne abbiamo ricevute di ogni tipo e di ogni sorta di contenuto. Non ci siamo mai permessi di scartarne una – argomenta l’ormai ex Comandante Provinciale dell’Arma reggiana -. Non abbiamo trascurato nulla, né, tanto meno, abbiamo sottovalutato alcunché. Anche laddove qualcuno diceva di ‘sentire’ qualcosa. Ma a tutt’oggi il corpo di Saman non c’è ed è per noi una sorta di imperativo morale, nei limiti delle nostre possibilità, arrivare al suo ritrovamento, perché è giusto poter dare una degna sepoltura ad una vittima innocente di un atroce delitto”.
Eccolo, il tema finale, di questa dettagliata analisi sulla situazione de l caso Saman: speranze di trovare ancora in vita la diciottenne, non ve ne sono: “Questa è la nostra convinzione – chiosa Desideri -. Abbiamo sufficienti elementi per ritenere che lei sia morta. Questo è il quadro e da questo non ci discostiamo. Inutile, a mio avviso, lanciarsi in spericolati divertissment per un foulard, la scarpa o il ‘sensitivo’. Bisogna stare sempre attenti a quando si lancia un certo tipo di informazione, perché non si fa del bene al quadro generale della vicenda”.
Fonte Il resto del Carlino