E’ finita la caccia all’uomo iniziata l’1 Aprile scorso a Budrio dopo l’uccisione del barista Davide Fabbri: Igor il Russo è stato arrestato in Spagna, nella zona di El Ventorrillo a 200 chilometri da Saragozza.
Dopo una fuga di 8 mesi, Norbert Feher (questo il vero nome del sanguinario omicida) e il dispiegamento su tutto il territorio nazionale e non di forze di polizia, Igor il Russo è stato assicurato alla giustizia.
Membri della Guardia Civil lo hanno riconosciuto e, una volta tentato di fermarlo, sono stati colpiti dai colpi di arma da fuoco esplosi dal sospettato, che ha ucciso tre persone.
“Un ringraziamento alle autorità spagnole, all’Arma dei carabinieri e il pensiero va alle vittime di Budrio e alle vittime in Spagna – ha commentato con soddisfazione il Ministro dell’Interno Marco Minniti. Come potete è stata una situazione piuttosto drammatica l’arresto è avvenuto a circa 200 chilometri da Saragozza, il tutto è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri. Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia civil il possibile luogo dove si poteva nascondeva Robert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata. Abbiamo sempre detto dal momento in cui la vicenda è diventata drammaticamente presente nel nostro Paese che noi non avremmo mai mollato.
Il pensiero va alle persone che sono morte a Budrio e a Portomaggiore, ai loro familiari”.
Finisce un incubo anche per i familiari delle vittime, fino ad ora vissuti nel terrore di Igor il Russo
Un leggero rincuoramento per i familiari delle vittime, Maria Sirica, moglie di Davide Fabbri, il barista ucciso a Budrio, la prima vittima di Igor il Russo e Francesca e Emanuele Verri, i figli di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria di Portomaggiore (Ferrara) che fu uccisa l’8 Aprile.
“Non possiamo certo dichiararci soddisfatti se non altro perché è costata la vita ad altre tre persone. Due militari e un civile. Il nostro pensiero va a loro – dicono i figli di Valerio Verri – e ancor di più vogliamo rivolgere la nostra attenzione verso coloro che hanno mandato nostro padre allo sbaraglio a fare un’attività di perlustrazione pericolosissima, disarmato e in una zona dove ben si sapeva che Igor vi si nascondeva. Con tanto di foto sui cellulari per poterlo riconoscere in caso si fossero imbattuti in lui. Qualcuno ha addirittura detto che mio padre ha fatto solo il suo dovere. Quale dovere? Nostro padre era un ‘civile’, semplice pensionato e volontario”.
“Spero che Igor sconti la pena dovuta e che possa essere finalmente fatta giustizia. Anche se questo non potrà mai cambiare il mio dramma” – ha affermato invece la vedova di Davide Fabbri.
Quale sarà il futuro di Igor il Russo? Sarà fatta giustizia?
Bisognerà attendere per sapere cosa succederà ad Igor il Russo. Quel che è sicuro, per ora, è che si tratta della stessa persona per cui l’Italia aveva spiccato mandato di arresto europeo e aveva richiesto diverse rogatorie. Le autorità spagnole, che detengono per ora Igor il Russo in custodia cautelare, hanno confermato che le impronte digitali della persona arrestata corrispondono a quelle della persona ricercata in Italia.
L’autorità giudiziaria spagnola procederà prima alla contestazione dei reati (triplice omicidio) che Igor il Russo ha posto in essere in Spagna. Seguirà relativo processo e probabilmente esecuzione della pena. Già dai prossimi giorni, però, potrebbero essergli contestati gli omicidi oggetto del mandato di arresto europeo, come previsto dalla legge.
L’Agenzia Efe, come riporta El Mundo, sostiene che il procedimento relativo al mandato di arresto europeo richiesto dall’Italia potrebbe essere sospeso finché non sarà concluso il procedimento penale in Spagna. Per riavere Igor il Russo di nuovo in Italia e assicurarlo alla nostra giustizia, è probabile quindi che bisognerà aspettare del tempo.
Estradizione o meno, però, non è in discussione il futuro del killer di Budrio. Italia e Spagna hanno due ordinamenti processual-penalistici abbastanza simili e non si corre il rischio che l’imputato, una volta condannato, sfrutti i benefici del paese ospitante per sfuggire alla mano della giustizia. Per di più si tratta di due paesi Ue.
Con il senno di poi…
Dopo 8 mesi di ricerche, una delle cacce all’uomo più importanti degli ultimi anni è terminata. Chiunque ne ha parlato ma nessuno sembrava sapere dove veramente fosse Norbert Feher, il militare dell’Est.
Che si potesse arrestare prima, evitando enormi costi per lo Stato? Probabilmente si, se solo fossero rimaste più secretate le indagini invece di essere rese pubbliche, forse consentendo una fuga più agevole di Igor il Russo.
Rimane, però, altro da appurare. Chi ha aiutato Igor il Russo in questi 8 mesi? Impossibile che abbia fatto tutto da solo.