In Libia si vendono schiavi e le politiche immigratorie ne sono in parte la causa

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Di Redazione Metropolitan

Un’inchiesta dell’emittente statunitense Cnn ha rivelato che in Libia, precisamente a Tripoli, si verificano vere e proprie aste di esseri umani venduti come schiavi. Molti di loro sono reclusi dopo aver tentato di imbarcarsi e raggiungere l’Italia.

Siamo sicuri che l’epoca dello schiavismo sia terminata circa due secoli fa?
Le immagini girate in un’inchiesta della Cnn in Libia sembrano tradire i dati storici e dare per ancora in vita ferventi fenomeni di tratta degli schiavi.

La Cnn, infatti, dopo aver ricevuto un video, girato da terzi a Tripoli, che documentava la tratta e la vendita di alcuni uomini reclusi avendo tentato di imbarcarsi per l’Europa, ha deciso di dare seguito ai dati ricevuti e andare a verificare.
Nel filmato inviato alla Cnn si assiste alla compravendita di un uomo, il tutto molto velocemente: 800 dinari… 900, 1.100… venduto per 1.200 dinari (pari a 800 dollari).

L’inchiesta della Cnn testimonia l’esistenza della tratta degli schiavi a Tripoli

I risultati sono stati, purtroppo, quelli aspettati. La troupe della Cnn è riuscita ad assistere alla vendita di diversi uomini ceduti come schiavi a Tripoli.
“Uno scavatore, qui abbiamo uno scavatore, un omone forte, in grado di scavare” – si sente dire in una delle riprese tra gli organizzatori dell’asta e i compratori di schiavi.

Sembra di stare al mercato della frutta, invece la “merce” venduta è viva. Si tratta di uomini ceduti per poche centinaia di “dinari” come schiavi. Nei loro occhi la rassegnazione. molti sono rinchiusi in attesa che le autorità decidano cosa farne dopo averli fermati nel tentativo di scappare dai loro paesi ed essere arrivati in Libia, la sponda da cui prendere il largo per l’Italia.

Le reazioni del mondo

I dati raccolti dall’inchiesta della Cnn sono stati inviati al governo libico il quale ha fatto sapere che verrà aperta un’indagine.
Il tenente Naser Hazam, dell’agenzia governativa libica contro l’immigrazione illegale a Tripoli, ha commentato i fatti, inequivocabili, affermando di non essere a conoscenza di alcuna tratta di schiavi.

Forte è la denuncia delle Nazioni Unite che, attraverso il commissario dell’Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein, hanno criticato la politica immigratoria messa in atto dall’Ue. Per ridurre gli sbarchi, infatti, l’Europa ha trovato un accordo con le autorità libiche teso ad evitare che i migranti lascino le acque territoriali. In questo modo si evita l’obbligo per le navi straniere che si trovano in acque internazionali di intervenire.

«La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità» – queste le parole del commissario Onu per i diritti umani.

C’è bisogno di una politica comune che ristabilisca equilibrio e controllo in Libia

Cosa fare dunque? Se da una parte la tratta degli schiavi è tutta responsabilità delle autorità libiche, dall’altra, l’Europa non può accontentarsi di aver diminuito gli sbarchi, chiudendo le frontiere.
Sarebbe necessario che sulle coste della Libia si intervenisse direttamente. Serve una missione sovranazionale a ciò deputata, non lasciando il compito nelle sole mani del governo libico, evidentemente incapace nel farne fronte.

Di Lorenzo Maria Lucarelli