Si sta svolgendo in questi giorni la manifestazione musicale italiana per eccellenza: Il Festival di Sanremo. Da sempre evento atteso ricco di moda, cultura, musica ma anche gossip e cronaca nera. L’evento sanremese coincide infatti , ogni anno, con il tragico anniversario della scomparsa di Luigi Tenco.

Chi era Luigi Tenco? Una personalità forte, coerente, malinconica e fiera.  Nelle sue canzoni una ridondanza nostalgica, un’armonia malinconica abbinata a storie di vita quotidiana: l’innamoramento, la fine di un amore, la speranza di un cambiamento futuro. Luigi Tenco, il cantautore ‘’tormentato’’, criticato in un’epoca in cui il pop e la canzone popolare e spensierata decollavano verso il successo. Nota è la famosa citazione del cantautore:


‘’perché scrivi solo cose tristi? Perché quando sono felice, esco.’’

A cinquantadue anni dalla scomparsa di Luigi Tenco avvenuta il 27 Gennaio 1967, ancora molti aspetti legati a questa pagina di cronaca restano irrisolti: Luigi, si presentò al Festival di Sanremo quell’anno, con la nota canzone ‘’Ciao amore ciao’’, componimento che non venne ammesso in finale favorendo ‘’La rivoluzione’’ di Gianni Pettinati.  Venne preso in ipotesi che Tenco si fosse suicidato in segno di protesta. versione avvalorata dal fatto che alcuni testimoni presenti quella sera, vociferassero che il cantautore si trovasse in stato di alterazione, probabilmente dovuto ad un mix di alcol e farmaci. L’immagine popolare di Luigi è sempre stata riflessa in quella di un uomo combattente e combattivo verso i propri ideali. Era una personalità sopra le righe ed un intellettuale di altri tempi. Numerosi e dettagliati sono i libri che trattano della famosa vicenda: in ‘’Vita di luigi Tenco’’, del giornalista Aldo Colonna edito da Bompiani, emerge non solo il Tenco artista, in cui ampio spazio è dedicato alla spiegazione delle canzoni del cantautore a lungo travisate, ma anche la vicenda esistenziale di Luigi, analizzando la sua vita nel dettaglio e cercando di far luce sulla vicenda di quel tragico 27 Gennaio 1967, quando Dalidà, sua compagna sul palco e nella vita trovò il suo cadavere in una stanza di albergo. Emblematica della sua anima esistenzialista e coerente è questa citazione dello stesso Tenco riportata nel libro di Colonna:

‘’Canterò finché avrò qualcosa da dire, sapendo che c’è chi mi sta a sentire e applaude non soltanto perché gli piace la mia voce ma perché è d’accordo con il contenuto delle mie canzoni. E quando nessuno vorrà più stare ad ascoltarmi, bene, canterò soltanto in bagno facendomi la barba. Ma potrò continuare a guardarmi nello specchio senza avvertire disprezzo per quello che vedo’’ .

Luigi Tenco: Foto in bianco e nero dell’artista – Photo credit: torinoggi.it

Le ispirazioni letterarie di Tenco e la letteratura noir sulla sua fine.

La letteratura è un viaggio, ed è facile riscoprire personaggi di cui si scrive, a sua volta ispirati da personaggi che hanno scritto: era il caso di Luigi Tenco.  Un animo crepuscolare il suo che si nutriva di variegate letture apprezzando Montale, Ungaretti, Caproni; Camus, Sartre, Baudelaire e Rimbaud facendo convergere la filosofia esistenzialistica ai poeti maledetti. Ma fu Cesare Pavese ad attrarre la sua curiosità: autore simile a Luigi, per certi versi, di cui quasi profeticamente condividerà anche il destino. Il Libro di Colonna ci presenta quindi un artista come Tenco affamato di sapere, ma anche anticonformista, raffinato, fragile ma forte delle sue idee. Un rivoluzionario della canzone che scandaglia l’amore non nel puro sentimentalismo ma lo guarda da una prospettiva nuova, quasi descrittiva dove viene messa in risalto la parte cerebrale di un sentimento, dallo sbocciare fino al suo affievolimento. Ma se il libro di Aldo Colonna ci parla di Tenco come uomo, della rivoluzione musicale che portò sull’Ariston con la sua eleganza ricca di contraddizioni, il libro del giornalista Philippe Brunel ,’Ciao amore’’  edito da Rizzoli, ci riporta sì all’esamina di quella notte in cui il corpo di Tenco fu trovato all’Hotel Savoy, ma tramite la scorrevolezza del testo  e la narrazione in prima persona, ricalca perfettamente gli scenari tipici della letteratura noir; atmosfere misteriose ed intrecciate, l’inchiesta tacciata di superficialità e dal gossip che all’epoca dilagava sulla vicenda, le ricostruzioni giornalistiche del tempo, le incongruenze legate al corpo senza vita dell’artista, le pressioni discografiche provenienti dall’esterno, il ruolo di Dalida –  presunta amante dell’artista –  nella vicenda, l’ambiguità della presenza dell’ex marito della cantante francese, quella notte, e la figura di Valeria, donna venuta allo scoperto molti anni dopo. Questo libro d’inchiesta va a scandagliare il rapporto fra Luigi e Dalida, morta anche lei sucida nel 1987, ma analizza e raccoglie le prove di quello che, per molti, non fu un suicidio; Brunel raccoglie documenti e testimonianze, scoprendo ulteriori contraddizioni ed ombre su quello che fu il caso nazionale del suicidio in diretta al Festival della canzone italiana. Il libro è un grande documentario di inchiesta che sembra voler buttar luce a quella che fu etichettata come una vicenda volontaria. La famiglia di Tenco sostenne sempre che non si trattò mai di suicidio, lasciando intendere un’approssimatività nelle indagini volte a metter a tacere al più presto il tragico evento. Al di là del chiacchiericcio e dei misteri irrisolti, molti critici dissero che di lì a poco tempo chiunque avrebbe dimenticato il gesto inconsueto di un ragazzo che aveva osato compiere un’azione simile al Festival di Sanremo. Tuttavia, dopo la sua morte la canzone ‘’Ciao Amore ciao’’ restò in vetta alle classifiche per molto tempo, cosa mai accaduta prima, per un brano di Luigi; anche oggi il vociferare e il gossip viene ricordato e non menzionato, così come ancora è avvolta nel mistero la tragica fine di un artista rivoluzionario: è ancora celebrato, cinquantadue anni dopo, il Tenco artista: Le sue canzoni, sono ancora un inno alla contestazione, all’amore vissuto, all’abbattimento delle disuguaglianze, basti pensare a ‘’Cara Maestra’’; ma anche ‘’Ciao amore Ciao’’, attualissima canzone che racconta dell’esodo dei contadini costretti a spostarsi in città a far fortuna. Tematica attuale anche oggi. Un Tenco che si nutrì di letteratura e che diventa un caso letterario noir tramite libri a lui dedicati volti ad esaltare e a rendere omaggio ad un artista eclettico avvolto nel mistero fino alla sua scomparsa.