Liliana Segre con il marito Alfredo Belli Paci (venuto a mancare nel 2007), ha avuto tre figli: Alberto, Luciano e Federica.
La senatrice a vita sarà stasera tra gli ospiti dello show condotto da Fabio Fazio “Che Tempo Che Fa”, in onda a partire dalle 20:30 su Raitre. Dal matrimonio con Alfredo Belli Paci, la Segre ha avuto Alberto, Luciano e Federica. Il primogenito Alberto è nato nel 1953, e dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, intraprende la carriera imprenditoriale nel settore manifatturiero con l’azienda fondata dal bisnonno Segre&Schieppati. Da piccolo era incuriosito dal segno che la madre portava sul braccio:
Liliana Segre, chi sono i tre figli e cosa fanno
“È una cosa brutta fatta alla mamma da uomini cattivi”. Non diceva: “Che mi hanno fatto”. Proiettava quel dramma all’esterno di sé. Uno sdoppiamento della personalità. Io stesso ho dovuto affrontare parecchi anni di psicoterapia per uscirne!”.
Fonte Oggi
Raccontava così la Segre al figlio, che solo in seguito a tredici anni scopriva il reale significato del simbolo legato alla sopravvivenza della madre alla Shoah grazie alla spiegazione di un cugino. Luciano (classe 1958), è il secondo figlio del matrimonio tra Liliana Segre ed Alfredo Belli Paci. Ha ottenuto la laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi Di Milano, nel 2014 ha aperto lo studio legale Belli Paci nella città meneghina. Dalla pagina LinkedIn apprendiamo che l’uomo ha una lunga esperienza nel settore di diritto assicurativo e della responsabilità civile ed attualmente è legale fiduciario del Gruppo UnipolSai. In passato ha collaborato con il Gruppo Generali – Assitalia e la Carige Assicurazioni S.p.A.
Federica è la minore dei tre figli della senatrice a vita: dopo il diploma al liceo linguistico, dal 1987 entra nell’azienda di famiglia ricoprendo il ruolo di manager. Il brand Segre&Schieppati viene concesso in licenza a Tessitura Attilio Imperati e nel 2017 è divenuta consulente per lo sviluppo di nuovi progetti creativi. Da due anni la Belli Paci è anche Responsabile Ufficio Stile. In un’intervista al “Corriere Della Sera”, aveva raccontato sulla madre:
“Tutti noi figli, profondamente segnati dall’identificazione con lei, affrontiamo ogni giorno nel fondo della nostra anima un dolore che si avvicina pudicamente al suo, abbiamo ferite incurabili, traumi che nessuno psicanalista potrà mai guarire…Siamo cresciuti con insegnamenti un po’ speciali, con passaporti sempre pronti, con cassetti traboccanti di foto di scheletri, con la paura delle ciminiere e l’impossibilità di tenere lo sguardo su un treno merci”.
Fonte Corriere Della Sera
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