Cultura

L’intervista a Emilio Stella: “io mi sento come un pugile”

Esce oggi, 14 settembre ’18 il nuovo album di Emilio Stella dal titolo “Suonato. Anticipato dal singolo Attenti al cool. Noi di Metropolitan Magazine Italia, lo abbiamo raggiunto, prima della sua performance, nella splendida location del Parco Schuster, per una piacevole chiacchierata:

Innanzitutto, complimenti per il tuo splendido album, ma ci vuoi raccontare in prima persona il tuo nuovo album “Suonato”?

L’album si chiama “Suonato” e già il titolo parla da solo; anche perché il suo significato è duplice: il primo sta per suonato, inteso per come lo abbiamo “suonato in studio”; un po’ come si faceva una volta, non chiedendo l’ausilio di programmi del computer, ma mettendo mani e cuore. Mentre, l’altro senso di suonato, è quello di una metafora pugilistica… dei colpi presi durante la carriera, ma che non riguarda solo il percorso musicale, ma considerandola proprio come una metafora della vita che ci accomuna un po’ a tutti. Mi sento un po’ pugile che nonostante i colpi presi e dati, sta ancora in piedi.

Come racconteresti la scelta di questa tracklist?

È stato molto difficile scegliere dei brani, perché nonostante sia passato molto tempo dal primo disco (7 anni ndr), non mi sono mai fermato, sono usciti dei singoli, che sono andati abbastanza bene. Però è stato molto difficile scegliere. Ho dovuto fare delle scelte difficili, ma sinceramente ho scelto i brani che avevamo suonato un pochino di più. Sono molto soddisfatto del risultato.

Il tuo primo singolo è stato “Attenti al cool”, ma questo brano è un grido di allarme sulla società di oggi o una critica sociale su l’abuso dei social e dei telefonini?

Anche in questo casa la parola “attenti” si presta ad un duplice significato: il primo è quello di un monito, dove la parola attenti, sta per attenzione. Mentre l’altro significa, che molti sono attenti al cool, cioè alla moda, all’estetica e all’apparenza. La nostra è un’epoca dove si dà molto valore all’estetica e poco al contenuto e ho voluto far gravitare il testo, su questo gioco di parole, per trattare comunque un tema particolare, come l’omologazione, che alla fine, quest’epoca comporta. Oggi i social hanno fatto sì che l’estetica diventasse più importante del contenuto, in una sorta di spersonalizzazione di noi stessi.

In questo tuo album tratti molto Roma, tra dialetto, strade e Totti… come mai la scelta di dedicare tutti questi brani alla città eterna?

Ma in realtà non è proprio una scelta, è stato un processo abbastanza naturale. Da quando ho cominciato a scrivere le canzoni, ho sempre scritto la quotidianità e ciò che mi circondava, quindi è avvenuto tutto in maniera naturale. Io tendo a raccontare le cose che vivo e vivendo la periferia e vivendo Roma, è stato tutto naturale, inoltre io sono innamorato di Roma e ho trasferito il tutto nella musica.

Oggi che ne pensi di Roma?

Io vedo Roma con gli occhi di chi è innamorato. Come se parlassi di una donna, di una donna che ha mille difetti. Riconosco che questa donna ha molti difetti, ma preferisco raccontare la sua parte bella, la sua parte migliore.

 

In questo tuo album tratti tante sfaccettature dell’amore, ma cosa è per te l’amore?

L’amore ha mille forme. Questa è una domanda difficile, non saprei rispondere. Posso provare a dire che l’amore ha mille forme, mille sfaccettature e nasce quando si sta bene.

Come mai hai aspettato così tanto per ripresentarti al grande pubblico con un album, nonostante in questi anni hai fatto uscire diversi pezzi?

Non è stato un discorso di pezzi giusti. In questo arco di tempo ci sono stati dei momenti dove mi sono un po’ perso, momenti in cui uno si rende conto che per sostenere un album e soprattutto per fare un album che non si perda, ci vogliono anche dei fondi e ho aspettato le condizioni ideali per poter uscire, con un album che tra l’altro è finanziato dalla SIAE e dei fondi del Ministero per i giovani e la cultura. Questo è un disco che ha un aiuto e forse è proprio perché non avevo questo aiuto che ho aspettato.

Qui di seguito, il link della recensione dell’album “Suonato” di Emilio Stella.

 

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