La Nazionale, impegnata questa settimana tra Armenia e Finlandia, divide le opinioni dei tifosi
L’Italia vince, ma non convince, nella sua quinta tappa verso l’europeo. La partita con l’Armenia, infatti, è stata un campanello d’allarme per molti tifosi alle prese sui social e fortemente preoccupati per il gioco espresso dagli uomini di Mancini. Colpa di una stagione non ancora entrata nel vivo o di una Nazionale mai così eterogenea (due juventini in campo e, portiere a parte, tutti provenienti da club diversi)?
Effettivamente, è stato un 1-3 faticato fino al minuto 77 e che, fino alla prima marcatura di Belotti al 28′, evidenziava lacune offensive soprattutto a ridosso dell’ultimo passaggio. Troppo poco per la qualità, almeno sulla carta, di questa Italia e per la modestia dell’avversario. Ma andiamo con ordine.
E’ assodato, da un paio di stagioni, che Bonucci senza Chiellini sia come un cielo senza stelle: lungi da me discutere le caratteristiche tecniche del giocatore dalla mia scrivania, ma sembra chiaro come il centrale bianconero fatichi un po’ di più con Romagnoli (e i tifosi milanisti lo sanno bene). Il goal di Karapetyan era evitabile. Sui terzini nulla da dire: a parte il divario tecnico e tatticamente intellettivo con Mkhitaryan, Florenzi ed Emerson Palmieri sono stati molto bravi in fase difensiva; specialmente l’esterno del Chelsea che è stato una spina nel fianco per tutta la retroguardia armena, un attaccante aggiunto.
A proposito di esterni, proprio Emerson è stato l’unico in grado di creare superiorità numerica e confezionare cross degni di cronaca. Ha fatto bene laddove Chiesa è apparso stanco ed incapace di pungere e dove Verratti e Jorginho hanno faticato nell’inventare per Belotti e Bernardeschi e nell’inserirsi (come anche Barella).
Il gallo, dal canto suo (e scusate la coincidenza), è attualmente il profilo adatto come 9 di questa Italia: dà problemi ai difensori, attacca la profondità, difende la sfera creando spazi (vedi la rete di Pellegrini) e la scarica in rete con una facilità disarmante. Sembra difficile smuoverlo dall’undici titolare.
Una vittoria che, però, mette in cassaforte una qualificazione che potrebbe aprirsi solo in caso di harakiri clamorosi e potrebbe dare il via ad esperimenti di formazioni stuzzicanti e, magari, efficaci. Non sarà la Finlandia, però l’avversario contro cui giocare col fuoco: è uno scontro diretto troppo importante, motivo per il quale scenderanno in campo nove undicesimi degli uomini di ieri (Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Romagnoli, Emerson Palmieri; Pellegrini, Jorginho, Sensi; Bernardeschi, Immobile, Chiesa) con l’unico ballottaggio rappresentato da Romagnoli e Izzo.