Durante le celebrazioni in memoria dei caduti delle guerre, a Liverpool un uomo si faceva saltare in aria al taxi nel quale viaggiava. In tassista è riuscito a salvarsi. Semplice incidente o attentato terroristico? Tre uomini arrestati ieri nella stessa città inglese per violazione della legge britannica sul terrorismo.

Memoria dei caduti “rovinata” da un Kamikaze a Liverpool

Si celebravano ieri in tutta la Gran Bretagna i caduti delle due guerre mondiali: a Londra Boris Johnson e il Principe Carlo in prima fila indossando i simbolici papaveri rossi, simboli della memoria. Alla Cattedrale di Liverpool più di duemila persone raccolte, pronte per la celebrazione dei due minuti di silenzio.

Non lontano, difronte al Liverpool Women’s Hospital, arrivava l’autista Dave Perry, con il suo taxi al bordo del quale trasportava un uomo stranamente silenzioso. Il passeggero era salito a Sefton Park e solo dopo l’arrivo davanti all’ospedale ha iniziato ad armeggiare in maniera sospetta con qualcosa sotto il giubbotto. Dave, già considerato un eroe nazionale sui social, è riuscito a scampare alla catastrofe uscendo di corsa dal suo taxi e chiudendo nella vettura l’uomo che indossava un kamikaze.

Attentato terroristico o incidente?

«L’incidente», come viene definito ad ora dagli investigatori, non può ancora essere dichiarato di natura terroristica. Ma tenendo in considerazione la dinamica, l’utilizzo di esplosivi ed il coordinamento con gli eventi della celebrazione il caso è stato ugualmente affidato all’antiterrorismo. Ad avvalorare la tesi dell’attento terroristico altro due elementi fondamentali.

Innanzitutto bisogna dire che la Gran Bretagna non è affatto estranea ad eventi di questo tipo. Proprio qualche settimana fa il deputato conservatore Sir David Amess è stato assassinato in Essex probabilmente per mano però dell’Isis.

In secondo luogo proprio ieri la Merseyside Police ha arrestato a Liverpool tre ragazzi (29,26 e 21 anni) per violazione della legge britannica sul terrorismo (“Terrorism Act”). Difficile pensare che non vi sia alcun collegamento tra tutti questi eventi.

Altrettanto sospetto il fatto che Priti Patel, ministra dell’Interno del governo britannico di Boris Johnson, non si sia assolutamente sbilanciata sull’accaduto. Ha tagliato corto dicendo: «La polizia e i servizi di emergenza stanno lavorando duramente per stabilire cosa sia successo e dobbiamo dare loro il tempo e lo spazio necessari» a indagare.


Cristina Caputo

Seguici su

Facebook 

Instagram 

Twitter