In ricordo dell’artista Modigliani, sculture tra l’arcaico e il suo tempo
In ricordo dell’artista Amedeo Modigliani in occasione del centenario della morte avvenuta il 24 gennaio 1920 a Parigi, saranno in mostra, nelle sale del Museo della Città di Livorno, più di 26 tra opere e sculture di uno dei grandi artisti del novecento.
Modigliani
Amedeo Clemente Modigliani, noto anche con i soprannomi di Modì e Dedo, è famoso per i suoi ritratti femminili dalle linee semplici, con colli lunghi e volti stilizzati, sculture tra l’arcaico e il suo tempo. Nato a Livorno nel 1884 da una famiglia di orgine ebraica, da padre Livornese e madre di Marsiglia, entrambi atei. Fin dall’adolescenza presenta seri problemi di salute. Costretto spesso in casa per via della salute sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno, riempiendo pagine e pagine di schizzi.
Lavora da ragazzo a studio da uno migliori allievi del grande Giovanni Fattori, dove conoscerà lo stesso Fattori e verrà influenzato dal movimento dei macchiaioli. Nel 1906 Modigliani andrà in Francia a Parigi, che all’epoca era il centro dell’avanguardia, vivendo in una comune per artisti “maledetti” di Montmartre. A Parigi Modigliani sviluppa uno stile personale e, anche se contemporaneo al movimento artistico, non aderì mai al cubismo.
Ricordo dell’artista
Dal 1909 come Gauguin e Picasso, si dedica allo studio dell’arte africana affascinato dalla semplificazione delle linee, stile che adotterà e che lo renderà famoso. Realizza così le sue statue dalle teste allungate in equilibrio su colli altrettanto lunghi, volti geometrici dal naso prominente, labbra sporgenti e sguardi assenti. Si dice che Modigliani non dipingesse gli occhi delle sue modelle finché non fosse in grado di capirne l’animo. Questi caratteri appaiono antichi, quasi egizi, piatti e vagamente ricordanti una maschera.
La sua arte si evolve, si arricchisce delle culture tribali, pur restando contamiaate dalle forme occidentali, tra l’arcaico ed il suo tempo.Famoso alla cronaca è l’episodio del 1984 delle “false teste di Modigliani”. Infatti in occasione di una mostra nel 1984 dal Museo di arte moderna di Livorno per il centenario della nascita, si decise di verificare se rispondeva al vero l’aneddoto che Modigliani che avrebbe gettato nel Fosso alcune sue sculture.
Si raccontava infatti che il Modigliani aveva mostrato al Caffè Bardi a Livorno delle sue sculture. Fu però deriso ed invitato a buttarle nel fosso. Cosa che l’artista, in uno scatto d’ira, avrebbe in effetti fatto. Dragando quindi il canale nel 1984, vennero effettivamente ritrovate tre teste, scolpite in uno stile che a prima vista richiamava quello del Modigliani.
Lo scandalo
I critici d’arte si divisero: da una parte Federico Zeri ne negò l’attribuzione e mentre altri storici dell’arte, del calibro di Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi, attribuirono le teste a Modigliani.
Un mese dopo il ritrovamento, tre studenti universitari livornesi si presentano alla redazione del settimanale Panorama dichiarando la burla e presentando come prova una fotografia fatta mentre scolpivano una delle teste. Successivamente, anche l’autore delle altre due teste si rivelò alla stampa. Si trattava di un pittore livornese il quale dichiarò che il motivo del suo falso non era una burla ma di « […] un’operazione estetico-artistica – per verificare – fino a che punto la gente, i critici, i mass-media creano dei miti».
Il giudizio errato degli storici dell’arte circa l’originalità delle Teste di Modigliani ancora oggi rappresenta uno dei luoghi comuni che ha fatto scuola nel mondo dell’arte. Oggi Modigliani è universalmente considerato come uno dei più grandi artisti del XX secolo e le sue opere sono esposte nei più grandi musei del mondo.
Una “testa” del grande autore livornese è stata venduta all’asta il 4 novembre 2014 presso Sotheby’s a New York per la cifra record di 70,725 milioni di dollari. Il 9 novembre 2015, Nudo sdraiato è stato battuto all’asta da Christie’s a New York e dopo nove minuti e mezzo di gara d’asta con rilanci milionari è stato acquistato per 170,405 milioni di dollari.
di M. Cristina Cadolini