Sono sedici i dipartimenti della Francia, compreso quello di Parigi, che a distanza di un anno dal primo lockdown sono costretti a chiudere per la terza volta. Ad annunciarlo il premier Jean Castex che, preoccupato per la crescente pressione sugli ospedali, determinata dall’aumento vertiginoso dei casi a causa della variante inglese, si è rivolto alla popolazione per annunciare il terzo isolamento forzato in meno di 12 mesi. La nuova stretta anti-coronavirus entrerà in vigore a partire dalla mezzanotte del 19 marzo e durerà non meno di quattro settimane, con validità sette giorni su sette.
Parigi in lockdown: ecco cosa succederà nei prossimi giorni
In questi dipartimenti le uniche attività commerciali che potranno rimanere aperte sono quelle considerate di prima necessità. Le scuole, invece, resteranno aperte. La nuova strategia del presidente Macron è, infatti, quella di “frenare il virus” ma “senza rinchiudere”. Per mettere in atto questo proposito, oltre a lasciare aperte le scuole, la Francia ha deciso di permettere ai cittadini di uscire di casa per una durata illimitata di tempo a patto che non si superi un raggio di oltre dieci chilometri dal proprio domicilio e ci si munisca di autocertificazione. Niente da fare, invece, per gli spostamenti interregionali che sono stati vietati.
Le nuove restrizioni toccheranno circa 20 milioni di cittadini francesi e, oltre a Parigi, a subire il nuovo giro di vite saranno altri cinque dipartimenti dell’Ile-de-France, per un totale di otto circoscrizioni territoriali in questa zona, cinque della regione Hauts-de-France (a nord), nonché i tre dipartimenti di Alpes-Maritimes (già in lockdown da fine febbraio nei fine settimana), Seine-Maritime ed Eure. In tutto il resto della Francia invece il coprifuoco viene posticipato di un’ora, dalle 18 alle 19, un cambiamento dettato, stando alle parole di Castex, dall’arrivo “dell’ora estiva”.
Il Premier rivolgendosi ai francesi ha detto che “la progressione dell’epidemia accelera nettamente”, aggiungendo che sempre più marcata è l’impressione di trovarsi di fronte “a una terza ondata” e che il terribile traguardo dei centomila morti è vicino. Da qui, la decisione di “frenare massicciamente” l’avanzata del “nemico invisibile”, sulla cui diffusione incidono le varianti, in particolare quella inglese.
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Giulia Moretti