Lombardia spera la zona arancione da lunedì 12 Aprile:”Apertura subito” è l’urlo dei commercianti

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Di Redazione Metropolitan

In calo contagi, incidenza e Rt. Pressione delle varianti sugli ospedali. In 65 giorni di chiusure bruciati 4,5 miliardi di euro. «Una road map per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, mercati». Gli ambulanti annunciano una nuova protesta

Zona arancione per la Lombardia da Lunedì 12 Aprile

I numeri, i trend, le curve fanno sperare in un cambio colore in Lombardia. Diversi spiragli di luce, per ora arancione, in fondo a quel tunnel ormai lungo 14 mesi. L’ha detto prudentemente anche il governatore Attilio Fontana. «Non ho certezze, ma la situazione migliora». L’appuntamento per il cambio colore è domani: lunedì 12 aprile. Ieri sera, come il rituale ormai prevede, da Roma è arrivata la bozza di calcoli da parte dell’Istituto superiore di sanità. Elementi che i tecnici del Pirellone scansioneranno oggi prima dello scambio di pareri alla vigilia della cabina di regia. Domani poi si capirà se quei numeri portano (come appare logico) da una parte sola.

Zona Arancione per la regione con un tr in diminuzione. Per Brescia e Mantova la situazione non migliora

Ci sono almeno tre ottimi motivi per cui la Lombardia si guadagni quel minimo di normalità in più che il mondo dei commercianti ormai aspetta come ossigeno per uscire dal buco nero economico in cui sta sprofondando. Il primo comandamento del Cts è quello dell’incidenza dei casi che deve stare sotto il tetto di 250. La Lombardia dopo picchi intorno a 350, spinti dai focolai nel Bresciano, ha iniziato una lentissima ma regolare discesa. Arrivando ieri a quota 216: dato che giorno dopo giorno si livella verso il basso. Lo conferma l’ultimo bollettino, con la percentuale di positivi al 5,4 per cento, il dato più basso dal 17 febbraio. Ci sono un paio di mappe cromatiche sui tavoli del Pirellone che spiegano benissimo come e dove si sta muovendo il virus. Si vede come i numeri peggiori siano nella parte est della Regione, tra Brescia e Mantova. Le uniche due province ad avere un’incidenza da zona rossa. Si vede come Bergamo e Milano e in particolare Pavia abbiano la concentrazione più bassa. Ma anche come a Varese e Monza nell’ultima settimana il calo sia stato pericolosamente congelato.

La seconda buona notizia arriva dal peso delle chiamate all’Areu per eventi respiratori, la madre di tutte le statistiche, essendo l’anticamera della diffusione del contagio. Nel mese di marzo ha accentuato la sua discesa tornando a valori pre-terza ondata. Il terzo (buon) motivo riguarda l’Rt, che calcolato a 14 giorni, nell’intervallo che interessa all’Iss per il monitoraggio, è intorno a 0.76: parametro da giallo, che va dal minimo di Pavia (0,4) al massimo di Sondrio (0,9).

“Aprite subito” è l’urlo dei commercianti in Lombardia, nel momento in cui si cambia colore

Ma il passaggio in arancione non basterà comunque a scuotere un settore travolto dalla crisi. Il baratro l’ha quantificato Confcommercio, spiegando come in questi primi quattro mesi del 2021, in 65 giorni di chiusure tra varie sfumature di rosso e di arancione, si siano bruciati 4,5 miliardi di euro. «Le chiusure sono ormai insostenibili: serve subito una road map per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, mercati», spiega il vicepresidente Carlo Massoletti. La seconda Pasqua consecutiva in lockdown ha lasciato la ferita aperta. «Il sistema così non regge, serve uno scatto», aggiunge Massoletti.

Per questo ieri il governatore Fontana e l’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi hanno incontrato gli esponenti di Confesercenti Lombardia. La mano è più che tesa: «Garantiamo un impegno costante nei rapporti con il governo per costruire un programma di riaperture», dicono i vertici del Pirellone. Ma la pazienza dall’altra parte sembra esaurita. Con gli ambulanti che annunciano una nuova protesta domani, allestendo (senza vendere) i banchetti non alimentari nei mercati di via Crema e largo V Alpini. «Non possiamo sperare solo che si passi dal rosso all’arancione», conclude il presidente di Apeca Giacomo Errico.

Alessia Scrima