Loredana Bertè e Renato Zero hanno avuto un lungo legame d’amicizia, sfociato anche in collaborazioni artistiche.
Giunta insieme alla sorella maggiore Mia Martini a Roma negli anni Sessanta dopo il termine del matrimonio dei genitori, Loredana Bertè inizia la sua carriera nel mondo dello spettacolo esibendosi come ballerina allo storico locale Piper: nel cast c’è un anche giovane Renato Fiacchini. Divertenti, glam e talentuosi, colpiscono il coreografo Don Lurio che li inserisce nel corpo di ballo di Rita Pavone, Collettini e Collettoni. Con il trascorrere del tempo, accresce la loro fama nel campo musicale, divenendo tra i protagonisti dei primi anni Settanta.
Loredana Bertè si impone al grande pubblico con Sei Bellissima e Dedicato, le fa eco Renato Zero con Triangolo e Il Carrozzone. Nella loro ascesa al successo, entrambi hanno dovuto fare i conti con la censura: la Bertè rea di apparire senza veli sulla copertina dell’album di debutto “Streaking“, Renato invece per brani come Mi Vendo, complice di aver realizzato un testo ambiguo e provocatorio. E’ la stessa attitudine, irriverente e rock a renderli ancora oggi tra i personaggi nell’olimpo della musica italiana.
Sul loro rapporto arriva un macigno, ovvero la denuncia di Loredana Bertè nei confronti del cantante romano reo di aver rubato dei brani scritti dall’amica incise negli studi di Fonopoli. L’artista di origini calabresi aveva raccontato che Renato Zero avrebbe richiesto cento milioni di lire per avere le tracce ed aggiunto: Ero esterrefatta: dagli amici non ti puoi difendere, non te l’aspetti una cosa simile”. Il cantautore aveva replicato così: Ormai disperata e priva di qualsiasi credibilità nell’ambiente discografico: avere a che fare con lei era diventato durissimo”.
In un’intervista di qualche anno fa Loredana ha aperto un primo squarcio sulla vicenda, spiegando che considerava Renato un fratello finché lui si è rivelato causa di una profonda delusione per lei. La cantante ha anche aggiunto che continua a volere bene a Renato ma la delusione è stata troppo grande.