Il dibattito sulla didattica a distanza o in presenza è ancora in atto. Ieri, il Ministro dell’Istruzione ha incontrato – in teleconferenza – i sindaci delle città metropolitane italiane per discutere della riapertura delle scuole. La rappresentate del Governo vorrebbe riportare i ragazzi in aula il 9 dicembre.

Il ritorno in aula prima delle vacanze di Natale

L’idea – che per molti è un’utopia – di riportare gli studenti nelle scuole e riprendere la didattica in presenza, avanzata da Lucia Azzolina, è “una leggenda metropolitana“. Una definizione data da Luca Zaia, Governatore della Regione Veneto, il quale si è trovato in disaccordo “anche se siamo tutti per principio a favore della scuola in presenza“. Un dibattito ancora aperto poichè, neanche Giuseppe Conte ha preso una decisione definitiva. I segnali di miglioramento ci sono, ma la curva epidemiologica ancora non è sotto controllo.

La teleconferenza con i sindaci delle città metropolitane

Ieri, 25 novembre 2020, Lucia Azzolina ha incontrato – in video conferenza – i sindaci delle maggiori città italiane, nelle quali risiedono un terzo degli studenti, per discutere dell’ipotetico ritorno in aula il 9 dicembre. Data sulla quale, il Ministro dell’Istruzione, sostenuta dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha puntato durante il dibattito. Si è pensato anche al 15, per un ritorno simbolico prima delle feste oppure, direttamente il 7 gennaio, scavallato il periodo natalizio. L’Azzolina ha sostenuto che tale rientro sarà graduale: non tutti i 3 milioni di studenti delle superiori rientreranno lo stesso giorno. Secondo Virginia Raggi, sindaco di Roma, si potrebbero integrare quelli di primo e di quinto anno, considerando che quest’ultimi avranno gli esami di Maturità. Si è pensato anche di consentire l’ingresso nelle scuole ad una percentuale massima di studenti – 20, 25, 30% – e lasciare la decisione ai presidi. Già prima della seconda chiusura, gli istituti autorizzavano l’ingresso solo alla metà degli studenti.

La collaborazione tra i sindaci

Dalla teleconferenza avvenuta tra Lucia Azzolina e i 14 sindaci delle città metropolitane italiane, un punto è venuto fuori: la volontà di collaborare. A patto che, ovviamente, vengano risolte le criticità che avevano portato alla chiusura. “Ci vogliono garanzie precise a tutela della salute” ha sottolineato Dario Nardella, sindaco di Firenze. Il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, ha sollevato le problematiche relative ai trasporti o ai tamponi rapidi, volendo creare una corsia dedicata agli studenti e al personale scolastico. Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, pur favorevole alla didattica in presenza, ha detto: “la riapertura non sarà a rischio zero” e “ritardi e qualche sottovalutazione da parte del governo ci sono state” per arrivare a questo punto.

Chiara Bigiotti