“Lui è peggio di me”, Celentano e Pozzetto nella loro Milano anni ’80 stasera in tv

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Di Federica De Candia

“Il mio nome è Roy. Come va vecchio mio? – Sei del Texas? -No, di Gallarate!”. Mai improvvisarsi autista della “Rolls-Royce” per una ragazza che sta andando a sposarsi. A Milano si tirano a lucido le belle e lussuose macchine d’epoca. Nel grosso “garage”, “Touringauto” e l’insegna dice tutto, danno a noleggio le auto, i due soci e amici per la pelle fin dalle elementari. Vivono insieme, appartamento di lusso meneghino, si scambiano le donne: sono i ‘cummenda’ Adriano Celentano e Renato Pozzetto, ovvero Leonardo e Luciano. Enrico Oldoini è il regista nel 1985 di “Lui è peggio di me”, stasera in tv: le gioie e i dolori delle donne e motori.

Il matrimonio è una cosa esagerata: è come se uno che ha fame comprasse un ristorante!“. Pozzetto-Luciano non le ama, ma guadagna proprio con le nozze altrui, affittando a prezzi esagerati le auto. Lui è pignolo ed è specializzato in amministrazione. Il patito delle macchine è Celentano-Leonardo, che arriva in persona da Giovanna (Kelly Van der Velden), figlia del commendator Marco Franzoni, con la preziosa, fiammante Rolls. Le nozze programmate vanno a monte per un colpo di fulmine tra i due. La nuova coppia andrà a vivere insieme. E Pozzetto, sfrattato da casa dall’amico, che lo spinge fisicamente fuori ma a parole gentili lo invita a restare, va al garage per passare la notte.

Lui è peggio, Ciula, Pirla, Bauscia..

Le carrozzerie automobilistiche e i relativi accessori, fari, baule, immatricolazione, tagliando, altro non sono, nel film, che allusioni al corpo femminile. Tra i due camerati, amici in confidenza, anche il letto è a forma di automobile. La Milano godereccia, quella ‘da bere’ degli anni ’80, e una Lodi ancora molto rurale, fanno da sfondo alle scene comiche: Celentano ricoverato, si fa mettere gli occhiali per sembrare più mal ridotto. Pozzetto dice a Celentano mentre fa cylette: “Non andare così veloce, che ti vanno tutti i capelli negli occhi“. O importunano gli automobilisti con domande: “Scusi, che macchina è la sua?” – “È una Mercedes!” – Renato e Adriano: “E a noi che ce ne fregas!”. Il Molleggiato ferma un autobus e si allaccia la scarpa sul gradino, nella Milano di via Pasubio. Fino ai titoli finali, con Pozzetto e Celentano che davanti ad un cinema tentano di fermare l’orda di persone che vuole vedere il film, sconsigliandolo.

La milanesità d’antan dei due smargiassi benestanti, e le improvvisazioni dei due protagonisti, sono le componenti ironiche stasera in tv in “Lui è peggio di me“. Su di una sceneggiatura poco studiata, un canovaccio esile e semplice. Fu il secondo film della coppia milanese, a sette anni dal primo successo “ECCO NOI PER ESEMPIO“. Eterni ragazzi gli attori: Celentano deride Pozzetto per la pancia, e lui risponde passandosi la mano tra i folti capelli, alludendo alla calvizia del compare. In una piccola parte, a provare un auto di lusso in garage, una giovane e sconosciuta Susanna Messaggio. Che poi diventò famosa al fianco di Mike Bongiorno come sua valletta. E, per i vecchi amanti di caratteristici personaggi, oltre la presenza di Pongo e Enzo De Toma, segnaliamo un cameo del mitico Alfio Patanè da Azzio (Varese). Che, con bandiera dell’Inter in mano, viene preso in giro da Celentano e Pozzetto nei titoli di testa.

Donne, motori e Duomo

C’è una scena in cui Celentano esce dalla stanza d’ospedale e scappa via di corsa, e una infermiera con un carrello in mano, viene contro la telecamera, e non avendo più la possibilità di proseguire perché questa le impedisce di passare, si ferma guardando dritta in camera, facendo un gesto con la mano come per dire : “E mò dove vado?”. Pochi sanno che l’uomo che si vede per pochi secondi uscire dal negozio tra Celentano e Pozzetto che litigano, è un giovanissimo Vittorio Cecchi Gori. Quest’ultimo accettò di produrre un film scritto da Celentano stesso, “Joan Lui“, in cambio della sua partecipazione in “Lui è peggio di me“, stasera in tv.

Il concessionario di auto d’epoca di cui sono proprietari Leonardo e Luciano, esisteva davvero, ed era in via Giorgio Pallavicino 31 a Milano. La sigla iniziale è girata in un percorso in auto proprio nel capoluogo lombardo, fino ad arrivare al Duomo. Durante l’ultima scena, proprio prima dei titoli di coda, si ascolta “Sirius” dell’Alan Parsons Project, con il “tema suspense”. Ma, la colonna sonora è di Manuel De Sica, fratello di Christian: sui titoli di testa, corre il ritornello “se potessi avere sei miliardi al mese…”. Con la celebre “Fumo negli occhi”, cantata da Celentano. “Lui è peggio di me“, l’avrà detto per davvero Renato Pozzetto, quando l’incorreggibile Adriano Celentano si presentava in ritardo sul set. Scatenando le ire, e forse le imprecazioni de ‘milan, dell’amico brianzolo.

Federica De Candia. Seguici sempre su MMI e Metropolitan cinema