Così il presidente Bielorusso Lukashenko risponde alle sanzioni europee di inizio dicembre.
L’Europa non è d’accordo sulla politica Bielorussa, “viola i diritti umani” e partono le sanzioni
La posizione europea è stata concordata durante la riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri: nuove sanzioni per colpire individui ed entità complici del regime di Lukashenko e le sue continue violazioni dei diritti umani e alla strumentalizzazione dei migranti. L’Europa si oppone inoltre alla volontà della polonia di costruire un muro al confine con la Bielorussia. Ciò porta i migranti ad entrare in Europa illegalmente, che attiva così i controlli per l’immigrazione illecita. La Russia prova a mediare, ma l’Europa non si fida.
Non solo L’UE ma anche gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Canada hanno annunciato un nuovo ciclo di sanzioni contro funzionari, istituzioni e imprese pubbliche e private bielorusse, secondo quanto riporta Ansa.
Il presidente Lukashenko non rimane a guardare e minaccia l’Europa
Tutto ciò ha portato Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko a ribadire le sue intenzioni di bloccare il transito del gas russo verso l’Europa in caso di sanzioni più severe contro Minsk. “Se le sanzioni che ci stanno imponendo o ci imporranno in futuro ci metteranno in uno stato di emergenza e non saremo in grado di rispondere in nessun altro modo, ricorreremo a questa misura severa”, ha affermato Lukashenko.
Una risposta che, con l’inverno ormai alle porte, rappresenta a tutti gli effetti una minaccia: “La Bielorussia interromperà le forniture di gas verso l’Europa se le sanzioni dell’Occidente la metteranno in una posizione di emergenza”.
Parole che creano preoccupazione nelle cancellerie europee, anche se si tratta di una possibilità calcolata dal momento in cui si è deciso di andare allo scontro. Dati preoccupanti visto che il gasdotto Yamal-Europe rappresenta una delle principali fonti di approvvigionamento del Vecchio Continente, tenendo anche conto dello stop all’altro fondamentale gasdotto, il Nord-Stream 2, che sarebbe dovuto diventare il rubinetto d’Europa.
Enrica Nardecchia
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