Quando in un treno di pendolari, un solitario viaggio quotidiano diviene giallo mozzafiato, la mente corre ai classici del tempo; da Hitchcock con “La signora scompare“, all”art déco di “Assassinio sull’Orient-Express” di Agatha Christie. Non ci sarà Poirot a risolvere il caso questa volta, ma bisognerà correre dietro, vagone per vagone, all’angelo biondo vestito d’avventura e seduzione, soltanto apparentemente innocuo. Stasera in tv “L’uomo sul treno – The commuter“: “Se vuoi sapere cosa Dio pensa dei soldi, guarda a chi li ha dati”.
In un treno che riprende a sbuffare, ma solo idealmente, Vera Farmiga, nota al pubblico per i suoi diversi personaggi nei film horror, è la sedicente psicologa, spia, che detta le regole del gioco. Lei è Joanna che propone una sfida, centomila dollari in cambio della sua collaborazione, al mite pendolare di Tarrytown, che tutti i giorni prende il solito treno per recarsi a Manhattan, dove lavora nel campo delle assicurazioni. Lui è Michael McCauley (Liam Neeson): l’uomo con la sua ventiquattrore, affascinante dallo sguardo da ‘fraintendere’, che le starà accanto nei corridoi stretti, a rincorrersi fino all’ultima cabina. Si intesse così la trama di una caccia serrata sui binari, in cerca di un misterioso sconosciuto. Un gioco in cui non vorrebbe farsi coinvolgere. Ma, al momento di scendere dal treno, riceve una busta contenente la fede nuziale della moglie. Se vuole rivederla viva, deve svolgere l’incarico e seguire gli ordini di Joanna, per trovare il misterioso passeggero prima del capolinea.
Una corsa contro il tempo
“L’uomo sul treno” è un thriller d’azione del 2018, diretto dallo spagnolo Jaume Collet-Serra. Basterebbe una moviola, un rallenty, per fermare e guardare negli occhi Vera Farmiga. La donna di ghiaccio, siede sul sedile accanto; e sul treno in corsa, non c’è fermata che possa far respirare e abbassare la frequenza del battito. L’attrice e produttrice statunitense, non pare affatto timida: è più volte apparsa in scene hot in diversi film. Esplicite interpretazioni in “Orphan”, “The Departed” e “Down to the Bone”. Vedere per credere. Un’arma d’attrazione in più da aggiungere alla sua conturbante bellezza. E così si esprime la critica sul film: “Omicidio sul pendolare express. Ancora la coppia Neeson / Collet-Serra (ormai alla quarta pellicola insieme), un sodalizio fissato in thriller scacciapensieri tra echi di action anni ’90 e stralci dai classici di Hitchcock”.
Liam Neeson è icona degli action thriller, dopo la notorietà raggiunto con il famoso “Io vi troverò” di Pierre Morel (2008). Mentre, pur essendo l’attrazione della locandina de “L’uomo sul treno“, Vera Farmiga appare per soli 6 minuti totali in tutto il film. Lei ha dichiarato di avere le insonnie, giustificabili, prima di girare sul set. Nonostante una certa spiccata dimestichezza con il crimine da pellicola. A suo agio, sempre, anche in scene di nudo, restando ‘vera’ in ogni senso. “È la mia prima volta su un treno di pendolari…“, dirà in una battuta del copione. I dilettanti, abituati all’ansia solo al passaggio del controllore, avranno con il film, l’adrenalina inclusa nel biglietto. C’era una volta il treno che raccordava luoghi lontani. Questo, intrappola lo spettatore in una claustrofobica rincorsa contro il tempo. Impossibile scendere dalle carrozze partite da New York, abbandonare il convoglio prima dell’insospettabile finale.
Un attimo prima sei un pendolare
Un film girato in tempo reale e sempre secondo la prospettiva del protagonista. Tuttavia, la pellicola non sembra originale, ma riprende il film del 2014 “Non-Stop“, con protagonista Liam Neeson in viaggio a bordo di un aereo, alla ricerca di un passeggero che occulta qualcosa alle autorità. E stranamente, per realizzare le scene, non si è fatto uso di alcun treno. Ma i ciak erano girati su un palcoscenico costruito appositamente. “Parti la mattina, torni la sera, poi un bel giorno tanti saluti!“. Una frase del film, che ricorda una dimensione fantozziana, meccanica, di alienazione. Se non fosse per la cara, vecchia, suspense.
Federica De Candia per Metropolitan magazine