Innuendo dei Queen: un canto alla vita, una spinta di coraggio, un invito a non arrendersi nonostante la brutalità del mondo circostante.
Era il 1985, ovvero il Live Aid, uno dei più grandi eventi rock della storia dell’umanità. Centinaia di migliaia gli spettatori al concerto che si è svolto per tappe, da Londra a Syndey, da Filadelfia a Mosca. Generazioni di fan che cantano insieme sotto le note degli artisti più celebri della storia. A nessuno, forse, sarebbe venuto in mente di sparare sulla folla, di inventarsi un attentato per seminare il panico, o di spruzzare spray urticante sulla schiera degli ascoltatori.
A volte però la storia sembra non progredire in ordine cronologico. Facciamo come i gamberi, torniamo indietro, ad un’epoca in cui Copernico doveva ancora nascere, i vaccini non erano stati scoperti, e le persone stavano chiuse in casa, perché il mondo, là fuori, faceva paura.
Sono i Queen a cantare:
While we live according to race, colour or creed / While we rule by blind madness and pure greed / Our lives dictated by tradition, superstition, false religion.
La canzone è Innuendo, prima traccia dell’omonimo album pubblicato nel febbraio 1991, pochi mesi prima che Freddie Mercury venisse a mancare. La raccolta, che rappresenta l’ultimo album pubblicato con il frontman ancora in vita, si trasforma, quindi, in una sorta di testamento spirituale dell’artista.
Il testo del brano è ricco di immagini dal tono apocalittico. Viene scritto nel periodo della Guerra del Golfo, le cui immagini vengono utilizzate anche nel videoclip della canzone, e in un momento in cui la salute del cantante vacilla sempre di più. Il brano ha tuttavia un messaggio positivo.
WE’LL KEEP ON TRYING! Urla a squarcia gola Freddie Mercury.
While the sun hangs in the sky and the desert has sand / While the waves crash in the sea and meet the land / While there’s a wind and the stars and the rainbow / Till the mountains crumble into the plain.
OH YES, WE’LL KEEP ON TRYING… TILL THE END OF TIME
Finché il sole sarà sospeso in cielo e ci sarà sabbia nel deserto. Finché soffierà il vento, finché brilleranno le stelle, finché splenderà l’arcobaleno.
Eppure non è facile tener duro. Le decisioni non sono guidate da stelle che brillano nel firmamento. Ma la band britannica ci ricorda che la forza di cui abbiamo bisogno risiede in noi, serve solo liberarla.
You can be anything you want to be / Just turn yourself into anything you think you could ever be / Be free with your tempo, be free, be free / Surrender your ego, be free, be free to yourself.
Se ancora credi in qualcosa, se pensi ci sia una sorta di giustizia. Distruggi le tue paure, togliti la maschera, anche se c’è la guerra, anche se sei malato di AIDS. Anche se ti svegli l’otto di Dicembre, in famiglia in un giorno di festa, ma prima ancora di pensare all’albero di Natale, scopri che durante la notte è avvenuta una tragedia.
If there’s a God or any kind of justice under the sky / If there’s a point, if there’s a reason to live or die / If there’s an answer to the questions we feel about to ask / Show yourself, destroy our fears, release your mask.
Il videoclip della canzone è altresì eclatante. La band suona sullo schermo del cinema, con il pubblico seduto in platea (forse una premonizione del film che sta spopolando nelle sale in questo periodo?).
Cantante, chitarrista, batterista e bassista si trasformano nei quadri dei grandi maestri della storia dell’arte. Freddie Mercury diventa Leonardo Da Vinci, genio rinascimentale. Gli altri componenti si trasformano in Jackson Pollock, esponente dell’action painting americano del Novecento. Il colore schizza sulla tela, quasi avesse vita propria.
Ci sono i dipinti di Pablo Picasso e le incisioni ottocentesche, probabilmente prendendo spunto dalle opere di Grandville, illustratore francese del XIX secolo.
La copertina stessa dell’album Innuendo viene ripresa dall’opera L’Autre Monde, sempre di Grandville. Allo stesso modo, alcune scene del videoclip sembrano ricordare altri disegni dell’artista francese, come la rappresentazione del volto umano che arriva ad assomigliare ad una rana.
Il videoclip diventa quindi uno spettacolo euforico, dove non c’è più distinzione tra pubblico e band, tra canzoni e quadri, tra differenti generi musicali, che convergono insieme sotto al nome dei Queen. Ci sono immagini di guerra in un brano che rappresenta un inno alla vita.
L’urlo vitale di un artista prossimo alla morte, che decide di chiudere l’album con The Show Must Go On.
“Outside the dawn is breaking… but inside in the dark I’m aching to be free.”
Laura Bartolini