Il lusso guida l’abito in un percorso produttivo lontano da quello della grande distribuzione. Questa lontananza è dovuta alla nuova struttura amministrativa che distingue le due macro produzioni in uno spazio d’uso lontano e diverso. Il luxury sta riprendendo così uno storico dibattito in termini di distribuzione e di guadagno con i suoi stessi brand e gruppi.
Lusso: il dibattito
La modifica strutturale alla quale sta venendo l’abito riguarda il tema antico del prodotto e della produzione. Quest’ultima in particolare ha sempre investito su un capo progettato per giungere al cliente con una veste unica. Un percorso di personalizzazione che permette al lusso di mantenere alta la sua immagine, diversa da quella seriale della grande distribuzione. Di recente, sopratutto questa immagine, sta lavorando anche al suo corpo prendendo forma agli occhi non più dei soli insider ma anche dei consumer esterni che vivono il prodotto.
Lo spazio dei brand
Il brand consolida così una sua personale posizione riguardo la sua vicinanza al suo pubblico di riferimento. In tutto questo anche i nomi della grande distribuzione si distribuiscono vicini e lontani per coprire il proprio spazio e rivolgendosi al proprio pubblico. A tal riguardo la scorsa direttrice creativa di Chanel dice:
‘’il luxury ha sempre vissuto lontano da qualsiasi altro ciclo produttivo che non fosse il proprio. Si muove autonomamente. Il suo scenario è storico. Il suo pubblico solido’’
ribadendo l’immagine del lusso agli occhi del grande pubblico. Un pubblico così diverso quanto la proposta dell’industria.
Il lusso contemporaneo
La storia lavora ad un immaginario del lusso dove l’abito è il simbolo, il principio. Da questo prende forma il luxury moderno che fonda il suo presente sulla sua cornice. ‘’Costruire il quadro contemporaneo della società con i suoi usi’’ dice Viard. E se la società muta in uno scenario moderno, il lusso è co-autore.
Luca Cioffi
Seguici su Google News