In tempi attuali dove il lusso è simbolo di crescita, diviene fondamentale parlare dello spazio nel quale si muove. In questo quadro generale vi è la Milan Fashion Week, la scenografia delle ultime collezioni che hanno riportato il lusso protagonista dei temi fondanti della società contemporanea, e non solo, anche di quelli produttivi e quelli culturali. Gli abiti e gli accessori che nascondono significati nuovi, interpretati dal grande pubblico sempre più attento alla sua qualità.

Lusso: i nuovi temi principali

Il tempo, nel lusso, acquisisce un significato diverso a seconda dell’abito che indossa, perché vestire il tempo rimane uno degli obiettivi dell’industria. Su questo, sulla connessione tra tempo e abito in termini di produzione e distribuzione, si dibatte nell’ultima Milan Fashion Week, dove il lusso divenne il contenitore di nuovi messaggi creativi. I 70 brand presenti hanno trattato di storia, tradizione ed attualità. Dalla crescita del digitale alla rivisitazione di tradizioni antiche, il fashion di ultima generazione guida l’estetica verso una maggiore consapevolezza dei tempi in cui si trova, e degli spazi nei quali agisce, come l’ambiente che avvicina sempre più il consumer ad una responsabilità d’acquisto.

La crescita del lusso

Il lusso, tra sartorialità, costruzione e modernità, è sempre più vicino al divenire l’industria guida per l’Italia. Una crescita produttiva del 22per cento, un aumento delle interazioni tra brand e consumatori, e le nuove strategie di distribuzione del luxury, vedono il Paese stabilire nuovi contatti con i produttori esteri, come si è dibattuto nel backstage della Milan Fashion Week. A tal riguardo giungono le parole del direttore della Fashion Week che dice:

‘’questi giorni hanno mostrato quanto l’Italia rappresenti un nuovo concetto di lusso che non si svela solo nel prodotto finale, ma nel lavoro che vi è dietro. Il dialogo tra produttori e consumatori è possibile e va curato con una maggiore qualità del rapporto. Il consumatore è l’immagine del lusso, è l’interprete ultimo del suo prodotto’’

ribadendo come il percorso produttivo non finisca con la nascita dell’abito ma continui anche dopo, con chi lo indosserà. In fondo anche il consumatore è partecipe di questo storytelling, rappresentando i valori su cui si fonda il lusso: tempo e cura.

Un obiettivo comune

I brand hanno rivisto i propri obiettivi in termini di guardagno, comunica l’associazione Fashion Trust che parla di investimento comune. Ma perché comune? Perché ‘’l’incremento qualitativo della catena produttiva non deve essere responsabilità di uno solo, ma una decisone comune’’ dice l’associazione che da anni fa dialogare industria e pubblico. Un incontro possibile grazie alle nuove innovazioni del digital che permette di monitorare ogni fase di produzione, acquisto e con i social anche di vita ed uso del prodotto. E se il digitale permette tutto questo, è dovere del lusso servirsene per mostrarsi al suo pubblico.

Luca Cioffi

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