La narrazione del lusso non si interrompe e riporta all’attenzione del suo pubblico storie passate. Una di queste è quella che vede protagonista l’abito dorato conosciuto con il nome dell’abito da 40 chili, indossato nel 1962 dalla performer parigina Hardy. Quello che non è comune è la storia che vive intessuta nel mini dress che venne indossato una sola volta ma che valse l’iconicità dell’abito.
Lusso: l’abito dorato
I simboli, quelli che rimangono impressi nell’immaginario comune, sono parte della storia culturale di un Paese. Tra questi vi è l’abito dorato di Hardy, interamente realizzato in oro da una sartoria parigina. Il cosiddetto ‘’abito da 40 chili’’ è tutt’ora ricordato come uno dei massimi modelli di mini dress, costruito secondo uno studio di equilibri pratici tra tessuto e metallo. Un lavoro accurato che ha visto più di 20 designer lavorarvici nel tempo di 2mesi, nel lontano 1962.
Il nuovo tailoring
L’abito mostra quanto l’ingegno sartoriale non sia da rintracciare solo nel taglio di giacche e camicie ma nella stessa progettazione e lavorazione del materiale primario. Poteva essere cotone come oro, ma la maestria del tailoring ha reso concreto un progetto ambizioso come quello del mini dress. A tal riguardo la curatrice artistica DeVille, che ha potuto vedere da vicino l’opera, dice:
‘’dietro quell’abito si nasconde un lavoro complesso. Quella stessa complessità che sembra scomparire se lo si vede indossato. La giovane Hardy, con quell’abito, contribuì a completare un quadro estetico che erano gli anni ‘60’’
ribadendo la crescita dei tempi in termini di look. Sempre questo, ad ora, sembrano guardare alla storia ed ai suoi protagonisti di un’epoca non poi così lontana.
Il moderno storyteller
La storia diviene così protagonista dell’abito, dando a questo il titolo di ‘’storyteller’’. Ma la storia narra di eventi e protagonisti, ponendo l’attenzione anche sui suoi interpreti. In fondo interpretare l’abito dorato icona degli anni ‘60 è un lavoro scenico che solo una figura quale la Hardy poteva svolgere. E se l’abito è di per se una narrazione, serve sempre qualcuno capace di ricordare la sua lunga storia, ripercorrendola visivamente.
Luca Cioffi