L’utilizzo dello Schwa: a che punto siamo nella discussione?

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Di Francesca Mazzini

L’utilizzo del simboloƏ”, chiamato Schwa, è una soluzione escogitata per rendere più inclusiva la lingua italiana. È una scelta linguistica recente pensata per abolire il plurale maschile, usato per definire un gruppo misto di soggetti.

Il discorso è legato principalmente alla volontà di attuare la parità di genere a livello linguistico. La possibilità di rappresentare tutti, senza escludere nessuno, anche le persone non binarie.

Nell’alfabeto fonetico internazionale lo schwa è utilizzato per identificare la pronuncia di alcune parole. Per esempio, lo Ə corrisponde al suono della “u” nella parola inglese “survive” o alla “a” di “about”. L’origine dello schwa si ritrova nella lingua ebraica parlata ai tempi del Medioevo. L’etimologia della parola sembra risalire alla parola “shav” che significa niente, oppure al concetto di “uguale”.

Dato che le lingue sono in costante evoluzione, la scelta di utilizzare la Schwa per abbattere gli stereotipi di genere sembra un concreto passo verso il cambiamento.

La trasformazione in una società sempre più inclusiva dipende anche dall’uso che si fa del linguaggio, e lo schwa rappresenta una tangibile possibilità di abbattere il patriarcato che rende tossica anche la nostra lingua.

Le lingue costituiscono da sempre un simbolo di innovazione e cambiamento della società, oltre che un prezioso strumento di espressione della propria identità e dei propri ideali. Riconoscere a tuttə l’opportunità (e il privilegio) di sentirsi rappresentatə semplicemente grazie ad un carattere fonetico dovrebbe renderci più sensibili e aperti al dibattito.

Francesca Mazzini

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