Mauro Giulivi è l’attivista che ha causato lo stop delle regionarie M5s in Sicilia. Escluso dalle consultazioni, ha fatto ricorso. E il tribunale ha ordinato lo stop. Nell’intervista rilasciata ad Agi spiega il perché del ricorso e ricostruisce l’intera vicenda.

Mauro Giulivi, l’attivista M5s all’origine dello stop delle regionarie siciliane credits: Formiche.net

In Sicilia scoppia il caso M5S: lo scorso 12 settembre il tribunale di Palermo ha sospeso in via cautelativa l’esito delle regionarie. Dalle consultazioni interne al Movimento 5 Stelle sarebbe dovuto uscire il nome del candidato alle prossime elezioni. E da allora l’attivista Mauro Giulivi, il cui ricorso è all’origine di questo stop, è stato preso di mira dai sostenitori del Movimento. Accuse e minacce hanno coinvolto anche la compagna Chiara Di Benedetto, deputata M5S.

Il nome del candidato grillino che tenterà l’assalto di Palazzo dei Normanni alle elezioni regionali del 5 novembre c’è ed è quello di Giancarlo Cancelleri. L’attivista escluso, dal canto suo, minaccia di portare fino in fondo la sua protesta, da solo e schivando il veleno degli altri pentastellati. Ma ricostruiamo meglio la vicenda, partendo dalle parole dello stesso Giulivi, intervistato da Agi.it.

M5S: la vicenda di Mauro Giulivi

I fatti: le regionarie siciliane sono state sospese, lo scorso 12 settembre, dal tribunale di Palermo. Tribunale chiamato ad intervenire da Mauro Giulivi, attivista M5S escluso, ma non è il solo, dalla corsa a “candidato” alla Regione Sicilia. Ma perché escluso? A causa di un procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti.

Giulivi infatti, si era presentato, durante le Comunarie di primavera di Palermo, per la candidatura a consigliere comunale. Gli viene chiesto di firmare il codice comportamentale, considerato obbligatorio per essere candidato. Ma lui si rifiuta perché non gli viene dato il tempo di leggere:”Con un preavviso di due ore e 3o minuti mi è stato chiesto di recarmi presso una fantomatica sede e firmare un documento mai letto prima”. Da li la sospensione e l’esclusione dalle regionarie on line.

Il giudice palermitano ha definito un “pretesto” la motivazione con cui Giulivi è stato escluso dalle consultazioni. Infatti, non risulta scritto da nessuna parte che il famoso codice etico non possa essere firmato dopo la presentazione della candidatura. E non per forza prima.

“Leggendo le carte è facile rendersi conto che la mia esclusione sia avvenuta in maniera illegittima e senza una reale motivazione e ciò è stato riconosciuto anche dal giudice, ed è grave che il Movimento non rispetti tale decisione. Non è la prima volta che un tribunale si esprime su simili questioni” Mauro Giulivi

Il magistrato ha sospeso l’esito del voto online e rinviato la causa al 18 settembre. Il tutto per consentire a tutti i candidati che si sono classificati in posizione utile per entrare in lista l’integrazione del contraddittorio. Cancelleri, il candidato governatore, scelto con la selezione sospesa dal Tribunale, oggi ha assicurato: “Il candidato sono io e vado avanti”. Ma il problema ora diventa anche politico.

La gaffe del M5s alle regionarie di Sicilia

Politicamente il caso “regionarie siciliane” rischia di diventare un grosso problema per la campagna elettorale, ma non solo. Scoppia proprio nel giorno in cui Cancelleri e Luigi Di Maio sono partiti per un altro tour elettorale nell’Isola, in provincia di Messina. Eppure non riguarda solo la Sicilia.

Beppe Grillo e il candidato governatore Cancelleri credits: ilsole24ore.com

Il caso siciliano sembra essere infatti l’ennesimo episodio di una vera e propria faida interna al Movimento. Una guerra tra l’ala che fa riferimento a Riccardo Nuti (ala alla quale è vicino Mauro Giulivi), sospeso per l’indagine firme false, e il gruppo dirigente all’Ars guidato da Giancarlo Cancelleri, il candidato a governatore. Si tratterebbe di attivisti, non solo uno, sospesi preventivamente per impedirgli di partecipare alla selezione del candidato. Secondo una precisa strategia di eliminazione della concorrenza dentro il M5S.

Una faida che assomiglia tanto a quella dei partiti, anche se avviene in un non partito. Un problema di immagine che rischia di far diventare la tanto sbandierata trasparenza grillina un boomerang. Per il momento, per fortuna del M5s, c’è chi continua a credere nei principi del Movimento. A partire dallo stesso Mauro Giulivi: 

“Il Movimento 5 Stelle ha fatto della trasparenza e dell’onestà le proprie bandiere. Se c’è chi sta portando avanti strategie di eliminazione sta creando un grosso danno al Movimento. Si può lavorare tutti insieme se si pone fine a questi comportamenti, contrari alla legge, discriminatori e tipici della vecchia politica. Il Movimento 5 Stelle è altro”

Ma quanto durerà?

Federica Macchia