L’atteggiamento del governo italiano è ritenuto irrispettoso, sia per i toni usati sia per la dichiarazione di aperto sostegno alla protesta dei gilet gialli, ancora molto attiva ad Oltralpe.

Il ritiro dell’ambasciatore francese (prima volta dal 1940, quando era da poco scoppiato il conflitto mondiale) è il segnale definitivo: la tensione tra Italia e Francia è altissima, e servirà molto impegno per riaggiustare i rapporti.

Macron, presidente francese, Di Maio e Salvini, vicepremier italiani
I leader di Francia (Macron) e d’Italia (Salvini e Di Maio) (foto dal web)

Le parti coinvolte.

Se le diversità ideologiche tra il presidente francese (socialista) e le forze di governo italiane complicano fin dall’inizio il dialogo, il sostegno manifestato dai 5 Stelle ai gilet gialli è stato malvisto in quanto è sembrata un’intromissione in un affare esclusivamente interno. E le accuse legate ai temi dell’immigrazione e della politica economica europea da parte di Salvini non hanno certo aiutato a migliorare i contatti diplomatici tra i Paesi.
Ma oggi il vicepremier leghista aveva invitato il presidente e il ministro degli interni francese Christophe Castaner a Roma “confermare la volontà di collaborazione”. Il risultato è arrivato sotto forma di due secchi rifiuti: il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux ha ripetuto che il dialogo non si è mai interrotto, e che il presidente del Consiglio italiano è Giuseppe Conte, con cui Macron ha interagito più volte. Sulla stessa linea Castaner, che sottolinea come il dialogo debba essere impostato sul rispetto reciproco, e non debba essere fatto di nascosto, ma alla luce del sole.

La questione Air France-Alitalia.

Potrebbe quindi non essere casuale il fatto che Air France abbia annunciato il ritiro dal tentativo di salvataggio di Alitalia proprio in questi giorni. Interrogato sulla vicenda, Di Maio ha smentito – “Le informazioni su Air France che avevo sono precedenti a questa vicenda. Io sto seguendo il dossier Alitalia da diversi mesi e l’entusiasmo di Air France non si è raffreddato adesso.” – e ha poi cercato di sciogliere la tensione – “”Noi siamo sempre disponibili e saremo sempre disponibili a lavorare con il Governo francese su tutte le questioni che interessano l’Italia, la Francia ma anche tutta l’Unione Europa. Non abbiamo mai smesso di tendere la mano alla Francia. Se poi tendere la mano alla Francia significa non poter dialogare con nessuna forza politica all’infuori di ‘en Marche’ credo che questo sia sbagliato come concetto”. Non ha capito il messaggio dell’altro interlocutore.