Madri o non madri, figli o non figli, famiglia o libertà. Una discussione sempre affascinante che si è evoluta di pari passo con le conquiste che le donne hanno fatto nei decenni.

Sono stata madre e non madre.

Sono stata una tardoadolescente ribelle e disinibita con una voglia di famiglia pari a zero e poi ho avuto una figlia a ventinove anni sull’onda dell’entusiasmo.

Per anni, ho creduto che mia figlia rimanesse figlia unica e io mamma single e invece mi sono ritrovata a cercare una seconda gravidanza disperatemente per due anni, arrivata dopo due aborti spontanei…

Condividendo con altre donne questa esperienza dolorosa per cercare di superarla, ho scoperto che alcune di loro che pensavo non volessero figli, in realtà non li avevano potuti avere. Parlare di questo per molte donne è ancora un tabù, anche nella nostra società che basa tutto sull’ipercondivisone.

Lo era anche per me. Io per prima avevo remore a parlare del desiderio di maternità con le amiche senza figli per paura di risultare noiosa e poco cool. Basandomi sulla mia avversità personale per il fare famiglia, ho esteso il giudizio a tutte, cadendo nel preguidizio.

Raccontando la mia maternità in modo ironico e dissacratorio sui social e sul canale youtube Malamamma, ho strappato sorrisi anche a chi madre non lo era. Ennesima conferma di quanto non sia l’argomento ad essere divisivo ma casomai il modo in cui lo si tratta.

Il fondamentalismo che esclude l’ascolto della situazione specifica di ogni donna, ci porta a sentirci in territori diversi dimenticando quanto in realtà lottiamo tutte per gli stessi diritti.

Madri o non madri: essere femminista

Quello che rimane un fondamento nella mia vita nostante tutto cambi e che sarò sempre una femminista. Una donna che difende i diritti di tutte le delle donne.

Donne mamme, non mamme, donne trans, madri che scelgoo la procrazione assistita, padri gay. Lottare non solo per quello che siamo ma per quello che riguarda la nostra condizione di donne, ci emancipa e ci rende femministe.

Si cambia tanto nella vita. Si è madri, non madri, non si è mai madri o forse lo si è da tutta la vita senza esserlo perchè lo si è delle cose che si amano o che si creano.

Difendere questo diritto è una questione, oltreché di genere, sociale. E’ una lotta che riguarda tutte, perché toglie il fianco al patriarcato che ci vuole disunite, in guerra e attaccate a una presa di posizione, ormai anacronistica sulla maternità o meno come condizione che rende una donna completa e realizzata.

E’ la visione maschile che ci vuole in lotta, noi siamo pronte a concepirci come parte di un unica battaglia: quella per la parità di genere.

Possiamo essere quello che vogliamo, basta essere unite.

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@Milavagante