La corte di Cassazione ha emesso ieri pomeriggio la sua sentenza su Mafia Capitale. Niente 416 bis per gli imputati. Quella di Buzzi e Carminati non è un’associazione a delinquere di stampo mafioso ma si tratta, secondo la Cassazione, di due semplici associazioni a delinquere. Presto l’appello per il ricalcolo delle pene precedentemente inflitte agli imputati.
Mafia Capitale: no al 416 bis
In primo grado quella di Mafia di Capitale non era stata ritenuta un’associazione mafiosa poi è arrivata la sentenza di appello che ha ribaltato le cose. Così Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, i capi dell’organizzazione, e i loro collaboratori sono stati condannati con l’aggravante del 416 bis ossia per reati mafiosi. Ora è arrivata la sentenza della Cassazione che ha cambiato tutto cancellando la parola mafia da Mafia Capitale e affermando l’esistenza di due semplici associazioni a delinquere radicalmente infiltrate a Roma.
Eppure il procuratore generale Luigi Bitteri aveva detto anche nella sua requisitoria che nel clan di Buzzi e Carminati erano presenti “tutte le caratteristiche dell’associazione mafiosa e rientra perfettamente nel paradigma del 416 bis”, parlando di “un nuovo sistema anche con metodi criminali solitamente non violenti nei rapporti con la pubblica amministrazione perché in quel contesto bastava corrompere”.
Tutto questo non è servito, non ci sarà il 416 bis per Buzzi, Carminati e gli altri imputati, con grande esultanza dei loro legali. “La Cassazione ha riconosciuto quello che dicevamo sin dall’inizio e cioè che c’era un sistema di corruzione marcio ma non la mafia“, ha commentato soddisfatto Alessandro Diddi, l’avvocato difensore di Salvatore Buzzi, pronto a preparare una richiesta di scarcerazione per il suo assistito.
Mafia Capitale: le reazioni del mondo politico
Diverse sono state le reazioni del mondo politico al pronunciamento della sentenza della Cassazione su Mafia Capitale. Se Salvini a Porta a Porta ha affermato duramente che “se non era mafia allora cosa era? Un’associazione di volontariato?“, Luigi Di Maio ha fatto sapere su twitter che “le sentenze si rispettano ma restano i dubbi, le perplessità. E non solo: resta una ferita profonda per Roma e per i romani. Per me la mafia, prima ancora dei profili giudiziari, è un atteggiamento“
Per il sindaco di Roma Virginia Raggi, presente all’udienza della Cassazione, “questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. È stato scritto un capitolo molto buio della storia nostra città. Stiamo lavorando insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalità e rispetto dei diritti. Andiamo avanti a testa alta”