Mafia nel Metaverso: cosa significa e cosa potrebbe succedere?

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Di Maria Paola Pizzonia

Il nuovo fronte sul quale puntano le mafie è quello del metaverso: vi spieghiamo la criminalità web. Mafia nel metaverso: sembra assurdo ma è realtà.

Lo si legge nella della Direzione investigativa antimafia, che pone l’attenzione sulle piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, su internet e darkweb. Il documento, che fa riferimento al secondo semestre 2022, presenta un focus proprio sul nuovo scenario

“rispetto al quale Europol ha già evidenziato le potenziali criticità”

Si sottolinea, infatti:

“la capacità di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale”.

Mafia nel metaverso: interssate a business e PNRR

Se ci immaginiamo una mafia di violenza, abbandoniamo questo scenario: le nuove organizzazioni sono sempre più interesse negli affari e negli investimenti. La relazione della Direzione Investigativa Antimafia che sottolinea come i clan:

“nel loro incessante processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti, hanno implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza e delle intimidazioni, sempre più residuali, con strategie di silenziosa infiltrazione e con pratiche corruttive

Secondo il documenti, le mafie:

preferiscono rivolgere le proprie attenzioni sempre più ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. Si tratta di ‘modi operandi’ dove si cerca sia di rafforzare i vincoli associativi mediante il perseguimento del profitto e la ricerca del consenso approfittando della forte sofferenza economica che caratterizza alcune aree – si legge -, sia di stare al passo con le più avanzate strategie di investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari (Recovery Fund e Pnrr)”.

Nel secondo semestre 2022 la Dia ha confiscato beni per 181,4 milioni di euro rispetto ai 43,4 dei primi sei mesi dello scorso anno. Il dato emerge dalla relazione della Direzione investigativa antimafia. Le confische hanno riguardato per 177,6 milioni la ‘ndrangheta, per 1,1 milioni Cosa nostra, per 1,2 milioni la camorra e per 1,4 milioni altre organizzazioni.  

Al primo posto la ndrangheta e la vendita di stupefancenti

Alla luce di:

  • struttura coesa
  • delle sue “capacità militari”
  • del forte radicamento nel territorio,

Sembra che la ‘ndrangheta sia oggi 

l’assoluta dominatrice della scena criminale anche al di fuori dei tradizionali territori d’influenza con mire che interessano quasi tutte le Regioni”.

In particolare sul settore delle droghe.

“Quello degli stupefacenti permane il settore criminale di primaria importanza per la ‘ndrangheta. Nell’ambito del narcotraffico globale le ‘ndrine calabresi occupano ormai da tempo un riconosciuto ruolo di universale livello poiché affidabili sul piano criminale, solvibili su quello finanziario e capaci di gestire una complessa e affidabile catena logistica per il trasporto transoceanico, dai Paesi sudamericani verso l’Europa, dei carichi di droga”. 

Mafia e metaverso: attrae i giovani

Si legge nella relazione:

“La criminalità organizzata siciliana riesce a coinvolgere non solo la diretta discendenza delle famiglie mafiose ma, anche e soprattutto, un bacino di utenza più esteso al fine di ampliare la necessaria manovalanza criminale”

E ancora:

“Nel territorio siciliano si registra altresì la presenza di altre organizzazioni mafiose sia autoctone, sia straniere, che riescono a coesistere con cosa nostra in ragione di un’ampia varietà di rapporti e di mutevoli equilibri”.

Nella relazione si aggiunge, inoltre, che l’ormai

“consolidata strategia di ‘sommersione’ dettata dalle organizzazioni siciliane prevede il minimale ricorso alla violenza al fine di evitare allarme sociale e garantire, nel contempo, un ‘sereno’ arricchimento economico tramite l’acquisizione di maggiori e nuove posizioni di potere”.