Ha conquistato il Lido di Venezia con “The Lost Doughter“, adattamento cinematografico del romanzo di Elena Ferrante, vincendo il premio per la miglior sceneggiatura. Attrice fin dalla giovane età, Maggie Gyllehaal festeggia i suoi quarantaquattro anni con un’esperienza in più alle spalle: quella della regia. Il suo ultimo film è il coronamento di una maturità artistica non indifferente: la riprova che il duro lavoro e la buona genetica portano sempre ad ottimi risultati. Poliedrica, versatile, ha interpretato i ruoli più disparati, recitando sul palcoscenico e dietro a una cinepresa sia per il piccolo, che per il grande schermo.
Maggie Gyllenhaal, all’anagrafe Margolit Ruth Gyllenhaal, nasce a New York il 16 novembre del 1977. Il padre Stephen è un regista, mentre la madre Naomi Foner è una sceneggiatrice. Si può, dunque, dire che Maggie cresce a pane e cinema. Nel 1992 è, proprio, il padre a offrirle la prima esperienza cinematografica con “Waterland – Memorie d’amore“. L’anno successivo la giovane è di nuovo diretta dal genitore sul set del film “Una donna pericolosa” e nel 1998 in “Homegrown – I piantaslodi“.
Dopo essersi diplomata alla Harvard-Westlake prep school di Los Angeles, città in cui trascorre parte della gioventù, ritorna nella grande mela, dove si iscrive alla Columbia University in letteratura e religioni orientali. Nel frattempo Maggie continua a recitare e nel 2001 compare insieme al fratello Jake nel famoso film “Donnie Darko“. L’anno successivo ottiene la sua prima nomination ai Golden Globe per “Secretary“, commedia diretta da Steven Shainberg in cui interpreta il difficile ruolo di una donna autolesionista. La carriera procede a gonfie vele con “Il ladro di orchidee” e “Confessioni di una mente pericolosa“, in cui l’attrice affianca attori del calibro di George Clooney e Drew Barrymore.
Maggie è, poi, Giselle nel film interpretato da Julia Roberts “Monalisa Smile“. Nel 2005 si trasforma in una seducente cantante grazie a “Happy Endings“, mentre in “Uomini & donne” veste i panni di Elaine, ragazza in procinto di costruire una famiglia. La sua carriera non prevede attimi di tregua e la sua performance in “Vero come la finzione” non passa di certo inosservata, tanto che nel 2006 Oliver Stone la vuole nel film “World Trade Center“. Ma è con “Sherry Babe“, tragedia in cui interpreta una giovane tossicodipendente, che Maggie riceve la sua seconda nomination ai Golden Globes e vince il premio allo Stockholm International Film Festival come miglior attrice. Con il personaggio della giornalista Jean Craddock nel film “Crazy Heart” la Gyllenhaal viene nominata al premio Oscar come miglior attrice non protagonista. Tra le sue ultime apparizioni cinematografiche c’è “Tata Matilda e il grande botto“, sequel di Nanny McPhee.
Marta Millauro
Seguici su