Cinema

“Mai Stati Uniti”, Vanzina ispirato da Alfred Hitchcock stasera in tv

“Out for lunch… Che vor di’?”. Da Monte Mario fino a Las Vegas, dai fagioli con le cotiche agli Hot dog. Cambierà per sempre la vita di ignari, inconsapevoli, parenti di sangue, all’enunciazione: “Voi cinque siete fratelli“. “Mai Stati Uniti” stasera in tv: c’è l’urna con le ceneri presa da “Parto col folle“, l’albergo di Las Vegas luccicante in stile “Una notte da leoni“, e c’è la Monument Valley in cui girava John Ford.

I fratelli Vanzina tornano negli States. Dopo “Vacanze in America” e “Sognando la California“. Lontani quei tempi, in cui Christian De Sica era Don Buro da Ceprano, guida di liceali eccitati oltreoceano, con tutti i suoi San Crispino e Gerolamo nell’intercalare; e Massimo Boldi era Lorenzo Colombo con i suoi fagioli alla John Wayne. Il gusto un po’ amaro di cose perdute, per dirlo in musica. Ma il clima da vacanza a stelle e strisce si respira, questa volta, nel deserto, con le note dell’armonica e la macchina pick up sulle dune, fino ai laghi dell’Arizona. “Nel 1959 andai al cinema a vedere Intrigo Internazionale e da allora l’ho visto almeno cento volte”, spiega Carlo Vanzina alla conferenza stampa di “Mai Stati Uniti“, riferendosi alla scena finale che Alfred Hitchcock girò sul Monte Rushmore: “portare il nostro il nostro cinema in quel luogo sacro è stato un onore enorme”. “Questo film parte da un soggetto preciso: la famiglia. È una storia ottimista che vuole mettere in risalto i valori della famiglia”. Dice ancora Carlo, della commedia da lui diretta e scritta nel 2013 insieme al fratello Enrico e a Edoardo Falcone.

On the road alla romana

Per ricevere la cospicua eredità del loro padre, Vanni Galvani, i fantastici cinque, messi insieme nello studio di un notaio, dovranno prima spargerne le ceneri negli Stati Uniti. Vincenzo Salemme crede che in Nevada rubino come a Napoli; Maurizio Mattioli spiccia un inglese di Guidonia; Ricky Memphis dice ‘thank you‘ come a Roma nord; Giovanni Vernia fa l’indiano con le piume e, in un attimo, si trasforma in portoricano come Ricky Martin; Ambra Angiolini è in contatto perenne con la psicanalista nonostante il fuso orario ItaliaAmerica; infine c’è Anna Foglietta, da Tivoli agli Usa vantandosene. Partecipa alle scene, pure lo scimpanzè Tanga, rapito da Vernia nella parte iniziale. Lo stesso di “Bingo Bongo” e di alcuni film di Dario Argento. Che vive nello Zoo di Aprilia, dove sono state girate delle scene del film.

Ci sono gente di un maleducato..”. Mattioli muove la manina, con un gesto che è il suo apripista, ed è subito scena che s’infervora. Il monologo te lo recita, lo schiaffeggia, lo rimbalza, lo fa suo. È una lezione di filosofia romana, impartita con tanto di cuore. La suite di Las Vegas Palace Resort dove alloggia Oreste Bracchi (Mattioli), il riccone che vincerà al poker l’urna contenente le ceneri del padre dei cinque fratelli, si trova in realtà all’Hilton di Roma, ed è la Penthouse Suite.

In America come a casa

Le riprese hanno toccato il Sud Dakota, lo Utah, il Colorado, il Nevada e l’Arizona. “Io fratelli come voi non ne voglio!“, dice categorico Salemme. “Carlo ti fa fare il personaggio secondo la tua natura. Dove lui mi chiama io ci vado sempre” dichiara l’attore napoletano, che si è divertito molto sul set, “ma il dramma arrivava la sera quando dovevamo mangiare e lì da quelle parti c’è solo carne, carne e carne. E poi l’aglio, lo mettono dappertutto, anche nell’acqua minerale. No garlic, no garlic! E questi ce lo mettevano sempre”. Ricky Memphis, cantautore di poesie borgatare, fa l’elenco delle grazie di Roma, nella scena con Mattioli; secondo il canovaccio capitolino, che non sei romano puro se non conosci Lando Fiorini o il Bombolo. Memphis. Da amante degli indiani, Ricky è stato felice di essere portato “nella patria di Toro Seduto”: “Che ce frega, direte voi, ma io mi sono emozionato come un bambino”.

E ancora, la notte fu lunga a Las Vegas per Memphis, che durante una sera in libera uscita, è andato con tutto il gruppo a vedere uno spettacolo di David Copperfield. Il mago ha pescato proprio lui dalla folla come cavia per i suoi trucchi. “Il giorno dopo mi fermavano per strada dicendomi, you Copperfield!”. Il film stasera in tv, “Mai Stati Uniti“, è un viaggio tra sconosciuti, che si ritrovano come vecchi amici. E non ci sono banalità quando c’è sentimento. Una punta di diffidenza sarà solo la scintilla di tanta complicità. Partono per soldi, tra una puntata al Casinò e rapine per arrotondare, e l’unico legame che sembra scorrere nelle vene è il denaro. Ma tornano congiunti dall’amore.

Federica De Candia per Metropolitan magazine Instagram, MMI e Metropolitan Cinema

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