Maleficent 2, in uscita nelle sale il 17 ottobre, consacra il debutto di un duo inestimabile. Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, per la prima volta insieme sul set, parlano di diversità e valori sociali
La Disney è lungimirante, ha fiuto per gli affari e uno spiccato buon gusto. Lo ha dimostrato anche nel secondo capitolo di Maleficent: la villain de La Bella Addormentata nel Bosco a cui è dedicato il live-action. Così, non solo ha ovviamente confermato la splendida Angelina Jolie nel suo ruolo da protagonista, ma ha deciso di affiancarla ad una leggendaria Michelle Pfeiffer. Il proverbiale aforisma “due piccioni con una fava” non si è mai adattato così bene prima d’ora.
Le due attrici, con in dotazione una bellezza oltremodo imbarazzante, sono atterrate nella Capitale per presentare Maleficent – La signora del male: evento di pre-apertura di Alice nella Città, la sezione parallela di cinema per ragazzi, che affianca la Festa del cinema di Roma.
Angelina e Michelle, rispettivamente Malefica e la perfida regina Ingrith, hanno fatto il loro ingresso trionfale devolvendo a noi, anime spettatrici della Stampa, le più cordiali attenzioni.
La domanda d’esordio si aggrappa inevitabilmente alla natura di questi due personaggi sfaccettati e volubili. In chiosa ci siamo chiesti cosa abbia portato le due interpreti ad appassionarsi a queste figure. Ambedue, concettualmente all’unisono, concordano nel ribadire la forza come componente aggregante delle loro controparti cinematografiche. E’ Angelina Jolie, per prima, a fornire una spiegazione esaustiva : “Sono protagoniste molto forti e complesse, un vero piacere nell’interpretarle. Inoltre, allo stesso tempo, ci sono anche personaggi maschili forti che amiamo e dai quali impariamo qualcosa. Attraverso questi elementi la storia parla di diversità e di forza, appunto, in modi completamente differenti.”
E’ stata poi la tematica della maternità a far esprimere le due regine di Hollywood in maniera coinvolgente. Michelle risponde: “Ingrith, in qualità di regina di Ulstead, è la madre del suo regno. Prende seriamente il suo ruolo ed è disposta a fare dei sacrifici per un bene maggiore, succede spesso quando sei un leader. ”
Angelina, dal canto suo, ci offre una visione più personale su questo delicato argomento: ” Malefica diventa madre in maniera insolita; penso credesse non lo sarebbe mai stata. Per molti aspetti lo pensavo anche io da ragazza, ero convinta di non poter essere abbastanza come persona tanto da diventare la madre di qualcuno. Forse lo pensava anche la mia di mamma. Si è spaventati ma si impara tanto. Malefica è insicura circa la sua maternità, ma è stato tutto questo a salvarle la vita e a darle quell’equilibrio che per natura non ha mai avuto”.
A seguire, a voler indugiare ancora sul concetto di maternità, ci si focalizza proprio su una battuta di Ingrith che spiega cosa renda vera una famiglia e cosa voglia dire essere una vera madre. Interviene di nuovo Angelina, coinvolta in prima persona in queste elucubrazioni: “io credo con fermezza che la famiglia non dipenda solo dal legame di sangue; mi sento estremamente fortunata ad avere la mia. Ho imparato tanto da ciascuno dei miei figli. Michelle,qui, mi colpisce intenzionalmente e tocca queste mie corde. Entrambe sappiamo di non essere solo madri di sangue, sappiamo anzi di essere molto simili”.
E’ stato poi il concetto di diversità, calato in una dimensione sociale che ci appartiene, ad esprimere un messaggio comunicato intensamente nel film: l’invito all’inclusione. Prende la parola Angelina: “E’ un punto estremamente importante, adesso in maniera particolare. La generazione dei nostri figli è sempre connessa e quella successiva lo diventerà di più. I viaggi, internet, il web. Di contro, la crescita di un sentimento di odio e divisione cresce in maniera esponenziale. In politica, molte persone hanno successo facendo leva su questo odio. E’ da ignoranti cercare di respingere il diverso. Ma il mondo è bellissimo proprio perchè fatto di persone e culture diverse fra loro. Siamo più forti quando ci conosciamo e ci rispettiamo l’un l’altro. La gente usa la paura per parlare male degli altri, ma in fondo siamo consapevoli di essere uguali e che la prosperità si raggiungerà solo con l’accettazione”.
Michelle aggiunge: “Penso che i giovani di oggi siano tendenzialmente più tolleranti. Però, nel contempo, la parte intollerante dell’umanità cerca di prendere il sopravvento. Probabilmente perchè è più facile adesso riuscire a dar voce alle proprie idee. Non è concepibile. La diversità non è solo una forza ma un modo di sopravvivenza. Capisco che possa fare paura a volte, ma è il nostro pianeta e dobbiamo accettarlo. Bisognerebbe affrontarlo in maniera più filosofica, ma credo che le giovani generazioni ne stiano già parlando.”
Tra una riflessione e l’altra su etica, progresso, integrazione e ambientalismo, si pensa all’abilità della Disney di portare sul grande schermo prodotti di grande successo e a individuare i motivi che hanno condotto il pubblico a subire il fascino di questi personaggi. Angelina ci fornisce la sua versione: “Credo che la Disney abbia fatto delle scelte coraggiose; una di queste è stata trattare il tema del “cattivo” in maniera innovativa. Si parte comunque dal presupposto che si tratti di un film Disney e come tale ci si aspetta di vedere delle cose ad esclusione di altre. Inclusi una serie di messaggi. Resta una consapevolezza per i genitori che porteranno i figli al cinema”.
Michelle aggiunge: “le favole riflettono il mondo in cui viviamo, una componente presente in entrambi i film che ho amato molto. Penso che Maleficent affronti argomenti attuali e ampi, sviluppa i concetti di bene e male in modo complesso e profondo. E’ questo che ha reso speciale e originale il primo film. Spesso nei bambini esiste una “zona grigia”, fatta di confusione su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Penso proprio che grazie a questa storia, emozioni così complicate vengano chiarite ed espresse. Non avevo mai visto un fantasy simile, credo sia meraviglioso”.
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