Un’intera vita sacrificata per la lotta contro le disuguaglianze. Dalle umili origini rurali alla professione di avvocato e attivista contro la segregazione razziale, dal carcere fino all’elezione come primo presidente nero del Sudafrica, Nelson Mandela ci viene raccontato con grande autenticità grazie all’interpretazione di Idris Alba, diretto nel 2013 dal regista inglese Justin Chadwick.

Questa sera arriva su Canale 5 alle 21:10, “Mandela-la lunga strada verso la libertà” (Long Walk to Freedom). La sceneggiatura, scritta da William Nicholson, ripercorre la vita di Nelson Mandela ed è basata sull’autobiografia ufficiale “Lungo cammino verso la libertà“, scritta dal leader del movimento antiapartheid nel 1994. La prima mondiale si tiene al Toronto Film Festival il 7 settembre 2013, successivamente il film viene proiettato a Londra al cospetto dei reali inglesi. Proprio durante la première europea, appena dopo i titoli di coda, giunge la notizia della morte di Nelson Mandela, spentosi nella sua abitazione a Johannesburg. Sulla sala cade il silenzio, rotto solo dalle parole piene di sconforto del principe William:

 “Voglio dire che questa è una notizia estremamente triste e tragica. Questo film ci ha appena ricordato quanto straordinario e di grande ispirazione fosse Nelson Mandela. Le mie preghiere vanno in questo momento a lui e alla sua famiglia”.

La trama del film

Il film ripercorre le tappe della vita di Mandela, dall’infanzia nel piccolo villaggio rurale di Mvezo a Umtata alla presidenza del Sudafrica. Tutto ha inizio quando il giovane Nelson decide di intraprendere la carriera da avvocato. Dopo gli studi, inizia a praticare l’attività a Johannesburg dove si scontra con l’intensificarsi delle leggi razziali nei confronti dei neri e del regime segregazionista dell’Apartheid. Dopo la vittoria del Partito Nazionale africano nel 1948, Mandela diventa fautore di una importante politica di resistenza e inizia la sua lotta a favore della causa anti-apartheid. Il matrimonio con Winnie Madikizela e la nascita del loro amore incondizionato.

E poi l’arresto e la detenzione nel carcere di Pollsmoor a Tokai. Un’ora di corsa sul posto tutti i giorni, la scrittura, l’appoggio e la determinazione di Winnie nel portare avanti la causa, la necessità di non arrendersi: 27 lunghi anni di prigionia in cui Mandela non ha mai perso la speranza di ottenere una società più equa. Finalmente il rilascio di colui che ormai è il simbolo del riscatto e della lotta per milioni di sudafricani, fonte inesauribile d’ispirazione per la battaglia contro ogni forma di ingiustizia, discriminazione razziale e disparità.

“Non c’è nessuna strada facile per la libertà”

Difficile la scelta dell’attore che meglio avrebbe potuto interpretare la personalità forte e carismatica di un leader, di Nelson Mandela. Qualcuno in grado di restituire del premio Nobel per la pace, la luce che merita nel racconto della sua parabola esistenziale. Inizialmente i produttori pensarono a Morgan Freeman ma l’attore aveva già rivestito il ruolo nel 2009, donando la sua magistrale interpretazione in Invictus. Alla fine la scelta ricadde su Idris Alba. Per poter aderire al meglio al ruolo, l’attore trascorse persino una notte nel carcere in cui fu rinchiuso lo stesso Mandela. Naomie Harris interpreta Winnie Mandela, l’adorata moglie di Nelson. Incarnando l’attivista e politica sudafricana, donna dal carattere forte e complesso, l’attrice ottiene la sua prima Nomination agli Oscar.

Sulle note di Ordinary Love degli U2, che vince il Golden globe nel 2014 come miglior canzone originale, emerge il ritratto della straordinaria figura di un uomo che per garantire l’inalienabile diritto di ciascuno alla libertà, è disposto a privarsi della propria. “Mandela-la lunga strada verso la libertà” è una pellicola d’impatto e di grande importanza, nonostante la tiepida eco al botteghino e un film che va assolutamente visto.  

Umiliato, discriminato ma pronto a dare la vita per i diritti di ogni singolo uomo, donna o bambino. La lotta di Mandela contro la discriminazione si rivela tragicamente ancora troppo attuale e quella strada da percorrere ancora troppo lunga.

Arianna Panieri

seguici su

Facebook, Instagram, La rivista Metropolitan Magazine