Maratona notturna sulla manovra in commissione Bilancio al Senato. Approvati tutti gli emendamenti del governo e dei relatori, dalla sanità alle pensioni, passando per le misure sulla casa. Via libera anche all’emendamento delle opposizioni che stanzia 40 milioni a favore delle misure contro la violenza sulle donne. Nessuna modifica è invece stata approvata sul Superbonus. In mattinata è atteso l’ok finale della commissione, il testo passerà poi in Aula a Palazzo Madama per incassare il sì con la fiducia venerdì.

Manovra, nella notte il sì alle modifiche

Sono iniziate dopo la mezzanotte le votazioni sulla manovra in commissione Bilancio al Senato. Una maratona notturna rese necessaria dai ritardi della maggioranza, che aveva la necessità di approvare tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno. All’alba l’esame è stato completato e alle 11:30 è stato votato il mandato ai relatori a riferire in Aula, dove il provvedimento dovrebbe arrivare mercoledì 20 dicembre. Il voto di fiducia sul maxi-emendamento e il voto finale sono previsti per la mattina di venerdì 22. “Siamo stati trascinati a votare di notte da un governo incompetente”, attacca in un’intervista a Repubblica il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli. Che aggiunge: “Siamo arrivati a questo punto per l’incapacità totale del governo e per la follia di Giorgia Meloni. Non riesco a trovare un termine più adatto per definire il divieto di presentare emendamenti che la premier ha impartito ai miei colleghi della maggioranza”.

Ha ottenuto via libera l’emendamento del governo all’articolo 33 della manovra: salve dai tagli inizialmente previsti le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Restano penalizzate quelle anticipate ma c’è un taglio più soft per i sanitari con una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. I dirigenti medici e gli infermieri potranno, se vorranno, rimanere al lavoro fino ai 70 anni. Una retromarcia attesa da parte del governo, che per trovare i fondi ha deciso di tagliare (dal 2033) il finanziamento del Servizio sanitario nazionale. L’emendamento che avrebbe consentito ai dirigenti sanitari o docenti universitari di andare in pensione su base volontaria a 72 anni – anziché a 70 – non è stato invece presentato. “Un argomento così importante a quest’ora rischia di essere oggetto di un dibattito troppo frettoloso quindi il governo considera di ripresentarlo in un’altra occasione”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.

Ok anche agli emendamenti del governo che prevedono, tra l’altro, la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo stretto con una parte delle risorse prese dal Fondo di coesione, alla cabina di regia per il disagio abitativo e ai fondi per i concorsi per il comparto della sicurezza. Per quanto riguarda gli emendamenti dei relatori, passata la specifica sugli affitti brevi voluta da Forza Italia, per cui la cedolare secca è al 21% per la prima delle case affittate e al 26% per le altre. Ok anche alle misure per agevolare l’accesso al credito per l’acquisto della casa di abitazione da parte di famiglie numerose.

Passato anche l’emendamento che prevede più tempo per circa 200 Comuni per fissare le aliquote Imu.

Approvato l’emendamento di opposizione per cui tutti i 40 milioni di euro del tesoretto per le modifiche parlamentari spettante alle opposizioni saranno impiegati per il contrasto alla violenza sulle donne. Anche la maggioranza ha votato a favore. Applauso in commissione dopo il via libera alla misura. Altre proposte di modifica avanzate da Pd, M5s e Iv sono state approvate: risorse per un milione per il sequenziamento genetico per le malattie rare e un milione per il rifinanziamento del sequenziamento per i tumori. La senatrice del Pd Beatrice Lorenzin ha fatto sapere che non è stato approvato un suo emendamento che prevedeva per il 2024 il contributo di 1 milione di euro per la Fondazione Ebri: ha ricevuto parere contrario e su richiesta di Lorenzin è stata trasformata in ordine del giorno. Secondo quanto ha spiegato l’esponente del Pd “senza questo finanziamento la Fondazione rischia la chiusura”.

Bocciata invece la proroga dello smart working per i lavoratori fragili nel pubblico. L’emendamento del Pd alla manovra proponeva una proroga da fine anno al 31 gennaio 2024 anche per consentire che il tema fosse poi ripreso nel milleproroghe. Emendamenti in materia erano stati depositati anche da altri gruppi di opposizione. Non c’è stata traccia, infine, di una proposta di modifica sul Superbonus