Centinaia di migliaia di partecipanti alla marcia che si è tenuta ieri a Washington e organizzata dai sopravvisuti alla strage della Marjory Stoneman Douglas High School. In tutto il mondo altri eventi collaterali per chiedere lo stop al mercato libero delle armi.

Lo avevano annunciato i ragazzi che il 14 Febbraio scorso si erano salvati nella strage alla Marjory Stoneman Douglas High School, in Florida, e così è stato. Ieri a Washington, come anticipato, un fiume di ragazzi e altri sostenitori della lotta alle armi (sembra si sia arrivati a quota 800.000 persone) hanno dato vita ad una marcia pacifica per dire “Never Again!”.

Dopo poco più di un mese dal folle attacco alla Marjory Stoneman Douglas High School per mano di un 19enne armato, costato la vita a 17 persone, e purtroppo il verificarsi di altri casi simili, la nuova generazione di ragazzi, quella che sta pagando più di tutti la politica del libero armamento, vuole dire basta.

Mentre a Washington si riversavano centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutta l’America, anche in altre città (New York, Boston, Chicago… anche Parigi, Londra, Milano, Roma) succedeva lo stesso. Il messaggio è uno solo: basta armi!
E per raggiungere l’obiettivo, soprattutto in America, ci sarà bisogno di un intervento drastico, di nuove politiche da scriversi nel solco delle idee che i giovani neo elettori decideranno con le elezioni che verranno.

Le 7 proposte pubblicate sull’Eagle Eye

Qualcosa, però, sta già cambiando: più di uno stato americano ha modificato le norme in materia di possesso di armi da fuoco, ma non basta.
A proporre cosa fare ci hanno pensato gli stessi ragazzi organizzatori della marcia di Washington. 

Poco prima della manifestazione, infatti, il Guardian ha pubblicato un articolo comparso sull’Eagle Eye, il giornale studentesco della Marjory Stoneman Douglas High School, in cui  i ragazzi hanno proposto 7 concrete misure da adottare nella lotta al libero armamento.

Oggi crediamo che sia la nostra voce a dover essere gridata. Sulla scia della tragedia avvenuta nella nostra scuola il 14 febbraio a Marjory Stoneman Douglas, le nostre vite sono cambiate al di là di ciò che avremmo mai immaginato. Siamo stati cambiati noi con il nostro giornale. E rimarremo così per il resto delle nostre vite – si legge nell’articolo -. Siamo testimoni di prima mano dei danni che la grave incompetenza e l’inazione politica possono produrre. Non possiamo restare pigri mentre il Paese continua a essere afflitto da una piaga di violenza da arma da fuoco che si insinua di comunità in comunità, e arreca danni irreparabili ai cuori e alle menti del popolo americano“.

Ecco cosa propongono i giovani studenti della Marjory Stoneman Douglas High School:

  • Divieto di armi semi-automatiche che sparano colpi ad alta velocità;
  • Divieto di strumenti che simulano armi semi-automatiche;
  • Predisporre un data base delle vendite di armi e rafforzare i controlli;
  • Modificare la legge sulla privacy per consentire ai fornitori di assistenza sanitaria mentale di comunicare con le forze dell’ordine;
  • Consentire ai Centri controllo e prevenzione delle malattie di presentare raccomandazioni per la riforma delle armi;
  • Aumentare l’età per l’acquisto di armi da fuoco da 18 a 21 anni;
  • Stanziare più fondi alla ricerca e ai professionisti nel settore della salute mentale;
  • Aumentare i finanziamenti per la sicurezza scolastica.

A sostenere la battaglia dei ragazzi della Marjory Stoneman Douglas High School e dei tantissimi giovani che si sono uniti, vi sono anche volti famosi, quali George Clooney e la moglie AmalAriana Grande, Jennifer Hudson, Demi Lovato, Miley Cyrus presenti ieri a Washington.
Anche la Casa Bianca, seppur il Presidente Donald Trump si trovava fuori per un weekend di riposo, ha diffuso un comunicato con cui ha elogiato “i numerosi giovani americani coraggiosi che stanno esercitando oggi i diritti garantiti loro dal primo emendamento“.

Di Lorenzo Maria Lucarelli