Candidato a 18 David di Donatello con “Il traditore”, uno degli ultimi maestri del cinema italiano
“Da anarchico e pacifista, questa scelta del cinema italiano di essere candidato agli Oscar non può non rendermi orgoglioso”.
Marco Bellocchio aveva accolto con queste parole, lo scorso ottobre, la scelta de “Il traditore” come miglior film internazionale dell’Italia per gli Oscar.
Nonostante non sia stato selezionato, il film resta comunque di caratura tecnica ed interpretativa altissima.
Inoltre ha saputo conscrare Favino, grazie alla sua magistrale interpretazione di Buscetta, come uno dei migliori attori italiani al mondo.
Bellocchio, inoltre, con quest’opera ha dimostrato ancora una volta,nonostante la carta d’ identità stia cominciando a tradirlo, di saper ancora dirigere un cinema italiano malato.
Classe ’39, cresciuto dalle suore, alla fine degli anni ’50 frequenta il Centro Sperimentale di cinematografia a Roma, per poi approfodire i suoi studi in Inghilterra.
Un approfondimento, che si rivelerà fondamentale per l’inzio della sua carriera e della sua serie di capolavori;
Infatti, nel 1965 dirige il suo primo film, che tuttora è considerato il film più bello e significativo della sua carriera: “I pugni in tasca”.
Incentrato su una famiglia operaia di Bobbio, il film è un anticipatore agli scontri del ’68 in Italia.
A questo seguirà, nel 1967, “La Cina è vicina”, che gli varrà il Gran Premio della Giuria per la miglior regia a Venezia.
Una rampa di lancio che si rivelerà decisiva soprattutto per gli anni ’70, considerati gli anni più produttivi di Bellocchio.
Infatti, in quegli anni dirigerà film come “Sbatti il mostro in prima pagina” nel 1972 e ” Nessuno o tutti-Matti da legare”nel 1975.
Nel 1980, dopo aver diretto “Vacanze in Val Trebbia”, Bellocchio dirige “Salto nel vuoto”, col quale vincerà il David di Donatello per la miglior regia.
Ma i successi del cineasta piacentino non si fermano solo ai confini nazionali. Infatti, nel 1991, vince l’Orso d’Argento a Berlino per la miglior regia con il film “La condanna”.
Dopo gli anni 2000, nel 2012 dirige il delicatissimo e struggente “Bella addormentata”.
Ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, il film affronta con ferocia il tema del perbenismo nei confronti di una scietà che, per puro egoismo, lascia vivere una personain stato comatoso, invece di darle una morte serena.
Dopo un periodo di inattività, nel 2016 dirige “Fai bei sogni” , prima di arrivare ad uno dei migliori film della carriera.
Si tratta de “Il traditore”,film incentrato sulla vita del boss mafioso e collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta.
Vincitore già di numerosi premi, il film è stato recentemente candidato a 18 David di Donatello.
La cerimonia di premiazione si terrà su Raiuno, con la conduzione di Carlo Conti, il prossimo 3 aprile.
Lì si vedrà se il film, come da previsioni, potrà fare incetta di premi nella notte italiana degli Oscar.
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