Maria Elena Boschi racconta della denuncia per stalking che qualche giorno fa ha sporto alla procura di Roma, dopo messaggi, telefonate, fino al pensiero della sua morte. “Denunciare è difficile, ma non denunciare è più pericoloso”, scrive l’ex ministra.
“Ha iniziato a settembre con un messaggio cortese e, poi, è stata una escalation. Messaggi quotidiani e in molte occasioni anche vari nello stesso giorno e che mostrano uno scarso equilibrio di chi li scrive: variano molto, dalla preoccupazione ossessiva per la mia sicurezza alla pseudo attrazione fisica nei miei confronti, fino al pensiero della mia morte”. Cosi Maria Elena Boschi racconta, in un’intervista al Corriere della Sera, degli episodi che l’hanno spinta a sporgere denuncia per stalking. “Ho aspettato a lungo, ma a un certo punto la situazione si è aggravata. La molla è stata il fatto che si recasse nei luoghi che frequento a Roma e non solo a Roma”.
Gli episodi precedenti
Non è la prima volta che la Boschi è vittima di questi episodi. Negli ultimi anni infatti ci sono state varie circostanze simili, delle quali ha cercato di non parlare per evitare effetti emulativi, come spiega l’ex ministra. Anche stavolta avrebbe preferito non parlarne se la notizia non fosse stata divulgata. “Questa però può essere un’occasione per incoraggiare altre donne a non sottovalutare e a denunciare. Perché solo così si può cercare di porre fine alle persecuzioni. Non si deve restare inermi o aver paura di denunciare un uomo che entra in modo prepotente e violento nella propria vita”.
Il post di incoraggiamento
Sulla sua pagina Facebook, fa un appello per le donne vittime di stalking. “Ho pensato che fosse giusto trasformare la notizia in una occasione per cercare di aiutare altre donne a trovare il coraggio di denunciare, anche se hanno paura, perché non vanno mai sottovalutati questi episodi”. È quanto si legge nel suo post. Infine conclude con un incoraggiamento per le donne in difficoltà: “Denunciare è difficile, ma non denunciare è più pericoloso, quindi denunciate, denunciate, denunciate”.
“Finché si continuerà a pensare che le donne “se la cercano” non cambieremo mai una cultura violenta e maschilista. E lo dico con preoccupazione non tanto per me, che sono comunque fortunata perché ho più possibilità di difendermi, ma per tante donne molto più fragili e sole”. Poi richiama la legge sullo stalking, definendola, assieme alla legge sul femminicidio, un grande risultato. “Il vero investimento però è quello sull’educazione alla parità di genere e al rispetto dell’altro in generale. Per questo, anche da ministra alle Pari opportunità, ho insistito per finanziare progetti nelle scuole. Solo superando la cultura maschilista e con il coinvolgimento anche degli uomini, fin da piccoli, potremo vincere questa battaglia”. Conclude Maria Elena Boschi.
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