Nel nostro spazio di LetteralMente donna dedicato al mondo femminista non poteva non parlare di una donna eccezionale che insieme a due amiche ha contribuito in modo notevole alla caduta di un regime. Parleremo di Portogallo, dittatura e delle tre Marie. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Maria Teresa Horta e alle sue opere
“Le Nuove lettere portoghesi non esisterebbero se non esistesse il libro Minha Senhora de Mim. La mia vita cambiò radicalmente quando lo pubblicai. La PIDE lo ritirò otto giorni dopo e Snu Abecassis, fondatrice della casa editrice Dom Quixote, fu chiamata dal direttore del Segretariato nazionale di informazione. Moreira Baptista le proibì di tornare a pubblicare una mia opera”
Questo è un estratto di un intervista del 2020 a Maria Teresa Horta di Esquerda.net in cui la celebre scrittrice parla di una sua raccolta di poesie intitolata per l’appunto “Minha Senhora de Mim”. I versi della Horta none era ben visti dall’allora regime dittatoriale portoghese fascista. Siamo negli anni 70′ ed il Portogallo e sotto la dittatura di Marcelo Caetano che attua un’oppressione feroce contro le donne. La stessa Horta viene minacciata e perseguitata dal regime subendo anche un aggressione fisica.
Quest’ultimo evento è la miccia che fa diventare gli incontri tra tre amiche, l‘attivista femminista Maria Isabel Barreno e la scrittrice Maria Velho da Costa, un modo per scrivere un’opera rivoluzionara contro la dittatura e la condizione femminile dell’epoca . È l’inizio della cosidetta rivoluzione delle tre Marie perchè, come disse la Velho da Costa e come riportato da Il Post, “se una donna provoca da sola tutta questa confusione, questo trambusto, questo scandalo, cosa succederebbe se fossimo in tre?”.
Maria Teresa Horta, Le nuove lettere portoghesi e le battaglia contro il regime
La Velho da Costa, la Isabel Barreno e Maria Teresa Horta concepirono insieme un’opera rivoluzionaria intitolata “le Nuove lettere portoghesi”. Ispirata ad un romanzo epistolare del 600′ che racconta la storia di una suora e del suo amore per un ufficiale francese da cui viene poi abbandonata, questa raccolta di lettere del 1972 denuncia la condizione delle donne che sotto il regime erano vittime di una politica fortemente misogena, machista e segnata da continue violenze domestiche. In una delle lettere che dovrebbe contenere le memorie di un’adolescente, come riportato da Il post, si parla infatti di compiti delle persone di divisi in due categorie: “quelli degli uomini e quelli delle donne […] agli uomini Dio nostro Signore ha assegnato il compito di sorvegliare e comandare […] poi ci sono i compiti delle donne, che prima di tutto devono fare figli, occuparsi di loro quando sono malati ed educarli”.
La denuncia della condizione femminile è l’occasione per le tre Marie di parlare di temi considerarti scandalosi dal regime come la disuguaglianza di genere, l’aborto e l’erotismo. Accanto a questo le tre autrici denunciano le violenze commesse dai fascisti nelle guerre delle colonie portoghesi come l’Angola. Fatti questi che scatenarono una dura risposta del regime che censurò “Le nuove lettere portoghesi” mandando a processo le tre autrici perchè il contenuto della loro opera era considerato “irrimediabilmente pornografico e attentatore della morale pubblica”. “Non ammisero mai che era un processo politico, dissero che ciò che era in causa era un attentato alla morale pubblica. Ci trattarono come delle svergognate. Tutto questo è molto importante per capire che le Nuove lettere portoghesi furono considerate gravissime per essere state scritte da donne. E le donne dovevano essere umiliate”, racconta infatti la Horta nell’intervista a Esquerda.net.
Il processo e la caduta del regime
Il 25 ottobre 1973 iniziò il processo alle tre Marie. Il caso di Maria Teresa Horta, Maria Isabel Barreno e Maria Velho da Costa aveva però già suscitato un vasto clamore internazionale con diverse proteste con il trattamento riservato alle tre Maire da parte di tutti i movimenti femministi dell’epoca . In Portogallo invece, nonostante il crescente malcontento contro il regime, il processo andava avanti con lo scopo di far ritrattare pubblicamente alle tre donne le loro idee.
Il giorno della sentenza finale dove aveva essere il 18 aprile 1974 ma venne rinviato, come raccontò la stessa Horta, per il timore di gravi disordini. Si scelse il 25 aprile ma quel giorno, come la storia ci racconta, la cosiddetta rivoluzione dei Garofani rovesciò il regime di Caetano. Per tanto le tre Marie nel giro di pochi mesi furono prosciolte da tutte le accuse mentre alla loro opera venne poi riconosciuto il grande valore letterario che meritava.
Stefano Delle Cave
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